Minibond, nuova opportunità per PMI e professionisti

Giorgio Magnini (docente Corporate University di Banca Mediolanum e Banker Manager) illustrerà il nuovo ruolo e la funzione delle banche al tempo di Basilea 3. Lorenzo Cardinale Ciccotti (Dottore commercialista ed esperto di finanza aziendale) parlerà dei benefici fiscali riservati alle PMI emittenti i minibond. Infine, Angelo Paletta (responsabile Divisione Corporate Finance e Minibond di Assoimprese ed autore del libro "Minibond. Strumenti finanziari per le Piccole e Medie Imprese") farà il proprio intervento sui minibond ed i connessi aspetti legali della nuova finanza aziendale per PMI. È noto a tutti, infatti, che le banche stanno attraversando una crisi del proprio modello di business, subiscono gli effetti dei crediti deteriorati e sono vincolate nelle erogazioni dagli stringenti parametri di Basilea 3. Per tali ragioni, non di rado, gli istituti di credito si trovano costretti a chiedere il rientro anticipato del fido anche ad aziende solvibili causando loro il drammatico fenomeno del “credit-crunch”.
Con i minibond, invece, ciò non avviene perché sono prestiti aventi per contratto una durata certa, condizioni prestabilite fin dal principio ed i finanziatori sono investitori qualificati. A tanti verrebbe da chiedersi: che cosa sono di preciso i minibond? Sono obbligazioni societarie introdotte nell’ordinamento giuridico dal “Decreto Sviluppo” 2012 e disciplinate dall’art. 2412 del Codice civile. Tali titoli obbligazionari non hanno il tradizionale vincolo di bilancio del rapporto 2 a 1 tra prestito obbligazionario e patrimonio netto perché i titoli vengono quotati sul segmento di mercato ExtraMOT-Pro di Borsa Italiana.
Finora sono stati oltre 230 i minibond collocati per un controvalore di circa 7 miliardi di euro ed il dato positivo è che aumentano le emissioni sottoscritte di piccolo outstanding. Per essere chiari: anche le PMI non quotate possono ottenere un prestito a Piazza Affari, invece che in banca, seguendo una procedura semplificata. E per giunta ogni emissione beneficia di interessanti agevolazioni fiscali. Inoltre, nella fase di istruttoria, il piano industriale (o business plan) è centrale rispetto alle garanzie, ossia il contrario della prassi corrente negli istituti bancari. Per tale motivo il piano industriale deve essere attendibile, verificabile e palesare un’alta redditività a dimostrazione della solidità aziendale nel rimborsare il capitale ricevuto in prestito maggiorato degli interessi. Non per ultimo, con il “Decreto Destinazione Italia” il Governo e il Parlamento hanno deciso di supportare le emissioni di minibond da parte delle PMI tramite il Fondo Centrale di Garanzia.
A pensarci bene si tratta di una rivoluzione culturale per decine di migliaia di imprese italiane a cui i minibond aprono nuove prospettive di crescita e di visibilità internazionale. Infatti, secondo i dati dell’agenzia italiana di rating Cerved, oltre 34.000 PMI possono finanziarsi oggi con i minibond e di queste ben 10.000 PMI sono del Sud. A livello macroeconomico, ciò significa che una tangibile ripresa economica e sociale può avere genesi. Nel concreto, ora serve un salto culturale da parte degli imprenditori per non rimanere indietro nella competizione globale.