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Il traffico degli invisibili

print07 novembre 2012 10:13
(AGR) A causa della sua importante posizione geografica, l’Italia rappresenta uno tra i confini più facilmente attraversabili per i flussi di immigrati clandestini e trafficati. L’antropologa Desirée Pangerc decide alcuni anni fa di ripercorrere all’incontrario una delle rotte principali di questo mercato illegale, quella che passa attraverso il cuore dei Balcani e approda in Italia tramite la porta verso Oriente, il Friuli Venezia Giulia. Il viaggio la conduce attraverso Slovenia, Croazia fino a portarla in Bosnia Erzegovina. Qui la ricercatrice si ferma due anni, sia per condurre il proprio fieldwork che per prestare servizio presso l’Ambasciata Italiana di Sarajevo in qualità di Programme Officer. La Bosnia Erzegovina viene difatti scelta perché si configura come caso-studio estremamente complesso, con fattispecie criminali davvero singolari.

“Il traffico degli invisibili - Migrazioni illegali lungo le rotte balcaniche” di Desirée Pangerc (Bonanno Editore) affronta i fenomeni del commercio di esseri umani e del contrabbando di clandestini e lo fa mediante un approccio multidisciplinare che spazia dall’antropologia all’epistemologia della complessità, passando per le teorie sociologiche, psicologiche e giuridiche connesse alla tematica affrontata.

Il libro sarà presentato giovedì 8 novembre 2012, alle ore 18, presso la Sala “Palazzo Bologna” del Senato della Repubblica, in via Santa Chiara 4 a Roma. Ne parleranno insieme all’Autrice, il senatore Giuseppe Esposito, Vicepresidente del Copasir, l’on. Ettore Rosato, componente del Copasir e il professor Antonino Colajanni, ordinario di Antropologia Sociale presso l’Università La Sapienza di Roma. L’ingresso libero (per gli uomini è d’obbligo indossare giacca e cravatta), ma per ragioni di sicurezza, per partecipare è necessario comunicare preventivamente il proprio nome e cognome all’indirizzo desiree.pangerc@gmail.com.Desirée Pangerc nasce nel 1980 a Trieste. Si laurea nel 2004 in Scienze Internazionali e Diplomatiche presso il Polo Universitario Goriziano; l’anno successivo inizia a collaborare con la Cattedra di Antropologia della Facoltà di Scienze Politiche dell'Università degli Studi di Trieste. Si specializza in antropologia applicata, dello sviluppo e della corporeità, conseguendo nel 2010 il titolo di Dottoressa di Ricerca in Antropologia ed Epistemologia della Complessità presso l’Università degli Studi di Bergamo. Nel 2012 viene eletta Fellow del Royal Anthropological Institute of Great Britain and Ireland (UK).

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