Utilizziamo i cookie per abilitare e migliorare le funzionalita' del sito web, servire contenuti per voi piu' pertinenti, ed integrare i social media. E' possibile rivedere la nostra privacy policy cliccando qui e la nostra cookie policy cliccando qui. Se chiudi questo avviso, acconsenti all'utilizzo dei cookie. Per modificare le impostazioni dei cookies clicca qui

Tivoli, cocaina in fabbrica, tre ai domiciliari e numerose perquisizioni

Avevano messo a punto una vera e propria piazza di spaccio tra i reparti della fabbrica. E' emerso che due dipendenti della società, dopo aver portato nello stabilimento lo stupefacente, acquistato in precedenza dal terzo componente della banda, agendo come pusher cedevano cocaina ai colleghi,

printDi :: 22 settembre 2025 15:00
Carabinieri Tivoli impegnati nell'operazione

Carabinieri Tivoli impegnati nell'operazione

(AGR) Si comunica, nel rispetto dei diritti degli indagati (da ritenersi presunti innocenti in considerazione dell’attuale fase del procedimento – indagini preliminari – fino a un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile) e al fine di salvaguardare il diritto di cronaca costituzionalmente garantito, che nella prima mattinata odierna, i Carabinieri della Stazione di Tivoli Terme, coadiuvati nella fase operativa da altri militari della Compagnia di Tivoli e coordinati dalla Procura della Repubblica di Tivoli, hanno dato esecuzione a un’ordinanza che dispone la misura degli arresti domiciliari con l’applicazione del braccialetto elettronico, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Tivoli, su richiesta della competente Procura della Repubblica, nei confronti di un 50enne, un 44enne e un 37enne di nazionalità italiana, gravemente indiziati, a vario titolo, del reato di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, nonché, per il solo 50enne, anche di quello di estorsione.

La complessa attività investigativa, condotta anche grazie al ricorso a strumentazioni tecniche e riscontri sul campo, si è focalizzata sul comportamento di alcuni dipendenti di un'azienda con sede a Tivoli Terme, i quali, credendo di celare la propria illecita attività all’interno delle mura dello stabilimento, avevano messo a punto una vera e propria piazza di spaccio tra le corsie della fabbrica. In particolare, dalle risultanze acquisite, è emerso che il 44enne ed il 37enne, entrambi dipendenti della società, dopo aver portato nello stabilimento lo stupefacente, acquistato in precedenza dal 50enne, a sua volta ex dipendente della menzionata impresa, agendo come veri e propri pusher, erano soliti effettuare numerose cessioni di cocaina agli altri colleghi, il tutto durante l’orario lavorativo notturno.

 
Le indagini, condotte dai militari dell’Arma dal mese di aprile al mese di giugno 2025, sotto la costante direzione della Procura della Repubblica di Tivoli, hanno consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico dei tre soggetti, evidenziando la consistente attività di spaccio di sostanza stupefacente del tipo cocaina svolta all’interno dello stabilimento industriale.

Taluni locali della società erano diventati, infatti, delle vere e proprie zone franche, in cui, durante l’arco notturno, pusher ed acquirenti potevano scambiarsi droga e denaro, in maniera indisturbata e sicura. La tecnica utilizzata dagli indagati, consentiva ai consumatori di non incorrere in alcun pericolo, in quanto lo stupefacente veniva acquistato da quest’ultimi all’interno della fabbrica e consumato sul posto di lavoro durante il turno, eludendo così eventuali controlli delle forze dell’ordine.

I servizi di monitoraggio hanno altresì consentito di cristallizzare le modalità di approvvigionamento privilegiato della cocaina, la quale veniva acquistata tramite un ex dipendente, licenziato per motivi disciplinari, il quale sovente si appostava in una stradina limitrofa allo stabilimento, fuori dall’area della fabbrica, per poi “lanciare” gli involucri di stupefacente all’interno del muro perimetrale, in corrispondenza di punti prestabiliti.

In alcuni casi, grazie alle indagini tecniche eseguite, si è potuto persino accertare che il 50enne, fornitore della sostanza, attraverso gravi minacce, costringeva gli acquirenti non in regola nei pagamenti della sostanza, a saldare immediatamente quanto dovuto.Quanto sopra, si comunica, nel rispetto degli indagati che sono da ritenere presunti innocenti, in considerazione dell'attuale fase del procedimento, ovvero quella delle indagini preliminari, fino a un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile e al fine di salvaguardare il diritto di cronaca costituzionalmente garantito.

Partecipa anche tu affinche' l'informazione vera e trasparente sia un bene per tutti

 
 
x

ATTENZIONE