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AISI, le farmacie non saranno mai ambulatori..... e i farmacisti non saranno mai medici o infermieri

Sanità, Aisi: “Il Rapporto Censis ha confermato le attese e le aspettative dei cittadini. Il bisogno principale del cittadino è trovare un infermiere o un medico, non delegare esami complessi Le farmacie non sono ambulatori e i farmacisti non sono e non saranno mai né medici né infermieri”

printDi :: 18 luglio 2025 13:56
Farmacia foto pixabay

Farmacia foto pixabay

(AGR) Il Rapporto Censis, “La nuova farmacia pilastro del Ssn. Prospettive e opportunità” conferma secondo AISI (Associazione Imprese Sanitarie Indipendenti)un punto essenziale: i cittadini non chiedono e non vogliono farmacie trasformate in centri diagnostici e accetterebbero di sottoporsi ad esami solo con la presenza (conditio sine qua non) di professionisti sanitari qualificati, per sentirsi sicuri e ridurre i tempi di attesa biblici degli ospedali pubblici.

Karin Saccomanno, Presidente AISI, dichiara: «Questo studio dimostra che il bisogno principale del cittadino è trovare un infermiere o un medico, non delegare esami complessi a chi non ne ha le competenze. 

 
Le farmacie non saranno mai ambulatori e i farmacisti non saranno mai medici o infermieri. E sia chiaro che noi non saremo mai d’accordo per un pericoloso percorso senza regole, che porti a svolgere delicati esami nelle farmacie. Gli esami diagnostici devono rimanere negli ambulatori, dove esistono protocolli, sicurezza e continuità assistenziale».

AISI sottolinea che non è contraria all’ampliamento dei servizi informativi e di supporto da parte delle farmacie, ma denuncia con forza ogni tentativo di introdurre prestazioni cliniche complesse senza requisiti di legge: «Se qualcuno vuole forzare questa strada – aggiunge Saccomanno – allora non ci possono essere scorciatoie: servono processi di accreditamento identici a quelli imposti alle strutture sanitarie, presenza di personale sanitario e controlli severi».

La delibera della Regione Lazio e il ricorso al TAR

AISI ha già impugnato davanti al TAR la delibera della Regione Lazio che consente alle farmacie di eseguire prestazioni di telemedicina come Holter cardiaco, Holter pressorio ed ECG a carico del SSR. Saccomanno avverte: «È una decisione pericolosa e fuorviante, che crea una deregulation totale: si rischia di compromettere la qualità della cura, la sicurezza dei pazienti e la corretta gestione delle risorse pubbliche».

Giovanni Onesti, Direttore Generale AISI, aggiunge: «Le strutture accreditate rispettano requisiti stringenti, dalla tecnologia ai protocolli di emergenza, mentre le farmacie entrano con procedure semplificate. È concorrenza sleale e mette in discussione il principio stesso di sicurezza sanitaria».

Fabio Vivaldi, Segretario Generale AISI, ribadisce: «La telemedicina è un atto medico, non un servizio commerciale. Senza requisiti, personale qualificato e controlli, si mette a rischio il paziente».

Cosa dicono i cittadini secondo il Rapporto Censis
77,5%: chiede la presenza di un infermiere in farmacia
82,1%: priorità agli screening per ipertensione e diabete
81,7%: dispensazione farmaci e dispositivi ai pazienti domiciliari
79,6%: possibilità di scelta del medico di base o pediatra
62,2%: somministrazione vaccini per over 12

«Diamo alle farmacie e ai farmacisti il ruolo che compete loro, ovvero supporto. Ma non trasformiamole in ambulatori. Garantire la presenza di personale sanitario nelle farmacie e affidare a loro i compiti più delicati, legati alla salute dei pazienti, può essere un passo in avanti, ma solo con regole certe e con una netta distinzione di ruoli tra farmacie stesse ed ambulatori. E se davvero ci sono farmacie che vogliono offrire esami diagnostici, i percorsi di riconoscimento non possono essere differenti da quelli di un ambulatorio».

Appello alle istituzioni
AISI chiede al Governo e alle Regioni di fermare questa deriva: «La sanità territoriale si costruisce su qualità e professionalità, non con scorciatoie che trasformano farmacie in ambulatori improvvisati. Serve un confronto serio per difendere la sicurezza dei cittadini e la sostenibilità del sistema», conclude Saccomanno. Lo chiedono i cittadini a gran voce.

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