Chirurgia estetica, troppi decessi: AICPE chiede obbligo di specializzazione per il privato
Cresce il numero di morti dopo interventi estetici. L’AICPE sollecita il Senato: "Serve obbligo di specializzazione anche per chi opera nel privato"


Chirurgia estetica, troppi decessi: AICPE chiede obbligo di specializzazione per il privato
(AGR) Negli ultimi mesi, si è registrato un preoccupante aumento dei decessi legati a interventi di chirurgia estetica. La crescita della domanda, favorita da social media e offerte a basso costo, ha portato molte persone a rivolgersi a professionisti privi delle necessarie qualifiche.
A lanciare l’allarme è l’AICPE (Associazione Italiana di Chirurgia Plastica Estetica), che propone un intervento legislativo concreto: l’introduzione dell’obbligo di specializzazione anche per i medici che operano nel settore privato.
Secondo Bracaglia, la maggiore incidenza di complicanze post-operatorie è anche effetto collaterale della crescente visibilità degli interventi estetici sui social network: “Molti pazienti vengono attirati da sconti e promesse pubblicitarie, senza approfondire chi sia realmente il medico che opererà.”
L'AICPE invita quindi i cittadini a porre alcune domande fondamentali prima di sottoporsi a qualsiasi intervento estetico:
Il medico è davvero un chirurgo specialista?
Il suo curriculum è verificabile online?
La struttura è adeguatamente attrezzata e certificata?
“Un criterio importante,” aggiunge Bracaglia, “è la verifica dell’iscrizione del chirurgo a società scientifiche come AICPE o SICPRE, che prevedono rigorosi criteri di accesso.”
Per questo, l’associazione ha presentato una proposta ufficiale al Senato: “Chiediamo che anche nella sanità privata sia obbligatoria la specializzazione chirurgica. È inconcepibile che interventi invasivi vengano eseguiti da personale non specializzato.”
Un appello chiaro, mirato a garantire maggiore sicurezza per i pazienti e a contrastare pratiche rischiose che troppo spesso si concludono tragicamente.