Le ultime lune

La commedia, come lo stesso Bordon la definisce, è una lezione d’arte e di vita e si deve proprio a Tedeschi, “una interpretazione - afferma l’autore - di quelle che pochi, anzi oggi ormai pochissimi attori, riescono a regalarci”.
Tutti d’accordo i critici nell’affermare che Tedeschi in questo lavoro supera se stesso, commuove e diverte nell'affrontare un grave problema umano e sociale attraverso l'arte sublime di un teatro concepito in tutta la sua potenzialità espressiva.
L'interpretazione a un tempo più grintosa e vitalisticamente giocata di Gianrico Tedeschi, che ha gli ottant'anni del personaggio, cambia volto allo spettacolo, dilatando il rilievo della prima parte e la durezza rabbiosa con cui il protagonista denuncia con acuti dettagli la condizione della vecchiaia… Questa sua agitazione anche motoria si placa solo alla fine, quando il bravissimo, inesauribile Tedeschi si lancia nell'inno alla sacralità della morte, ma senza angoscia né commozione.
La vicenda è quella di un uomo molto vecchio, in attesa del figlio che sta per tornare a casa dall’ufficio, pronto per accompagnarlo in una casa di riposo. Mentre ascolta la musica parla con la moglie che non c’è più, con il suo ricordo. Ed ecco il confronto con il figlio e poi ancora ecco l’arrivo nella casa di riposo, dove i ricordi sono compagnia ma sono anche più pesanti.