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Economia in transizione: vincere la sfida del nuovo protezionismo

La globalizzazione è finita, ma il commercio internazionale non si ferma: si trasforma. Imprese e professionisti devono imparare a leggerne i nuovi codici

printDi :: 12 novembre 2025 13:24
Relatori primo panel convegno Niccolò Cusano

Relatori primo panel convegno Niccolò Cusano

(AGR) La sala dell’Università Niccolò Cusano che ha ospitato questa mattina la giornata di studio "Strategie vincenti alla luce delle riforme del commercio internazionale" è gremita di studenti, professionisti e rappresentanti delle istituzioni. Un appuntamento che ha lasciato un segno non solo per la densità dei temi trattati, ma per la consapevolezza, maturata intervento dopo intervento, che il mondo economico sta cambiando struttura.

L’apertura del Magnifico Rettore Fabio Fortuna ha segnato subito la direzione del confronto: la globalizzazione così come l’abbiamo conosciuta “è forse finita”, ma i mercati non si sono fermati. Hanno solo cambiato linguaggio. Il ritorno dei dazi, le guerre, la regionalizzazione delle catene di fornitura e la ricerca di sicurezza strategica non sono segni di chiusura, ma di una nuova fase di adattamento. Ed è proprio in questa fase che si gioca la partita delle competenze.

 
Quando il commercio diventa strategia: la lettura di Claudio Miglio

A dare profondità e cornice teorica alla giornata è l’intervento del prof. Claudio Miglio, economista e docente all’Università Niccolò Cusano, che ha delineato con chiarezza i contorni del nuovo protezionismo internazionale.
Non un ritorno alle dogane ottocentesche o ai nazionalismi economici, ma un protezionismo selettivo e intelligente, dove la politica industriale si intreccia con la sicurezza nazionale, la sostenibilità ambientale e la stabilità geopolitica.

“Non siamo più nell’era del free trade,” ha affermato Miglio, “ma in quella del safe and fair trade: un commercio libero, sì, ma sicuro, tracciabile, e fondato su valori comuni.”

Negli Stati Uniti – ha spiegato – il cambio di rotta è ormai strutturale.
Dall’Inflation Reduction Act al Chips Act, la Casa Bianca sta ridisegnando le proprie filiere strategiche, incentivando la produzione nazionale o in Paesi “amici”, e subordinando sussidi e agevolazioni alla provenienza dei materiali e all’affidabilità politica dei partner.
Un modello che privilegia la prossimità e la fiducia geopolitica rispetto al solo vantaggio di costo.

L’Europa, pur tra lentezze e vincoli, sta tracciando una strada analoga: piani industriali sul digitale e sulle materie prime critiche, filiere integrate, nuovi standard di sostenibilità e rendicontazione ESG, che trasformano la responsabilità ambientale e sociale in un requisito di mercato. Per Miglio, questo rappresenta un punto di svolta anche culturale: “La sostenibilità non è più il corredo etico dell’impresa, ma una condizione di accesso ai mercati”.

La vera sfida, dunque, non è solo sopravvivere ai dazi o alle guerre commerciali, ma saper pianificare la catena del valore in modo coerente con i nuovi scenari politici e normativi. In altre parole: anticipare il rischio diventa il nuovo vantaggio competitivo.

Professionisti protagonisti del cambiamento

Su questa linea si sono collocati gli interventi dei rappresentanti del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e del Consiglio Nazionale Forense.
Il vicepresidente Antonio Repaci ha ricordato come oggi il valore della consulenza professionale risieda nella capacità di interpretare la complessità normativa e di tradurla in strategie di gestione del rischio.
La parola chiave è competenza, da intendersi come aggiornamento continuo e apertura internazionale.

Gianluca Ancarani Consigliere Nazionale dei Dottori Commercialisti e Esperti Contabili con delega ai "Sistemi di controllo e revisione legale (financial e non financial) e Giovanni Gerardo Parente Presidente AICEC in maniera diversa hanno rivolto ai tanti giovani presenti in sala un invito esplicito: uscire dall’approccio puramente contabile e scoprire i nuovi ambiti di frontiera della professione, dove dogane, sostenibilità, commercio estero e finanza europea diventano terreni di lavoro quotidiano.

L’avv. Francesco Pizzuto, delegato del Consiglio Nazionale Forense, ha sottolineato la trasformazione radicale della professione legale:

“L’avvocato non è più solo chi frequenta il tribunale, ma chi sa muoversi nel contenzioso europeo, nelle certificazioni, nella fiscalità internazionale. L’avvocato del futuro è un professionista globale, ma profondamente competente.”

La dogana come strumento strategico

Il confronto tecnico ha messo in luce un aspetto spesso trascurato: la dogana non è più un adempimento, ma uno strumento di strategia economica.
L’avv. Benedetto Santa Croce ha spiegato come il controllo preventivo della catena del valore – dai trasporti alla provenienza dei componenti, fino all’etichettatura – sia ormai indispensabile per evitare costi inutili e blocchi operativi.

La regola è semplice ma decisiva: la rotta si decide prima, non quando la merce è già in viaggio.

Dal lato dell’amministrazione, i dirigenti dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli hanno descritto le novità introdotte per favorire la compliance collaborativa e per potenziare la fiducia reciproca tra operatori e istituzioni:
la figura dell’Operatore Economico Autorizzato (AEO), il riconoscimento reciproco internazionale, le informazioni vincolanti in materia di origine, e il ruolo crescente degli esperti professionali esterni come garanti di qualità dei processi aziendali.

Il Direttore Ufficio Controlli ADM Antonella Bianchi ha poi illustrato il difficile equilibrio tra velocità dei traffici e sicurezza dei controlli, spiegando come le nuove norme puntino a una gestione calibrata e proporzionata del rischio, dove la sanzione non è solo punizione ma anche strumento educativo.

La prospettiva è quella di un sistema fondato su prevenzione, ravvedimento e conoscenza che incentiva la correzione spontanea dell’errore, rafforzando la fiducia tra amministrazione e impresa.

Sul piano operativo, Bianchi ha richiamato lo sviluppo dello Sportello Unico Doganale e dei Controlli (SU.DO.CO.), destinato a diventare la piattaforma digitale integrata in cui dogane, sanità, autorità veterinarie e imprese condividono informazioni in tempo reale. Un progetto ambizioso che – nelle parole della stessa dirigente – “trasformerà la dogana da luogo fisico a luogo di conoscenza condivisa”.

L’avvocato Fabrizio Di Gianni, ha condotto un’analisi comparata dei sistemi sanzionatori europei, mettendo in luce come differenze nazionali possano generare veri e propri casi di “forum shopping sanzionatorio”. In alcuni Paesi (come il Belgio) il sistema è rigidamente penale, in altri (come l’Olanda) è più ragionevole e premia la buona fede.
Da qui l’esigenza, ribadita da più relatori, di una maggiore armonizzazione delle regole europee, nel rispetto dei tre principi fondamentali dell’Unione: efficacia, proporzionalità e dissuasione.

In filigrana, lungo tutta la giornata, è emerso un messaggio preciso: studiare serve ancora, più di prima, perché il mondo del lavoro – dal commercio internazionale alla consulenza legale e fiscale – premia chi sa leggere le regole e anticipare i cambiamenti.

Come ha ricordato Miglio, “il futuro appartiene a chi trasforma la conoscenza in strategia, e la strategia in valore”. In questo scenario, l’università, gli ordini professionali e le istituzioni diventano alleati nella formazione di nuove figure ibride, capaci di coniugare economia, diritto, sostenibilità e geopolitica.

Il convegno all’Unicusano non è stato solo un incontro accademico, ma una bussola per il futuro del lavoro e delle professioni. ll commercio mondiale non è più libero nel senso ingenuo del termine, ma non per questo è destinato a chiudersi: semplicemente si muove su regole nuove, dove stabilità, fiducia e trasparenza valgono più del costo più basso. In questo nuovo scenario, l’Europa – se saprà giocare d’anticipo – potrà diventare il laboratorio di un commercio più giusto, più sicuro e più umano.
E l’Italia, con le sue competenze tecniche e la sua cultura giuridica, può esserne protagonista.

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