“Ombre D'Autunno” l’ultimo libro di Mauro Di Giorgio
Protagonista del poliziesco è il commissario Ferrer che torna sulla scena del crimine.S’intitola “Ombre d’autunno” l’ultimo, appassionante romanzo di Mauro Di Giorgio, Viola Editrice. Una nuova inchiesta fra Roma e Parigi. Riuscirà il nostro eroe a sbrogliare la matassa di ben due o tre misteri?


Ombre d'Autunno copertina libro
(AGR) Di Gianni Maritati
Nel 1936 la fantasia dello sceneggiatore statunitense Lee Falk, che due anni prima aveva fatto nascere Mandrake con l’amico Phil Davis, partorisce insieme al disegnatore Ray Moore un altro dei personaggi più famosi del mondo del fumetto e dell’immaginazione popolare, “The Phantom”, progenitore di tanti supereroi di ieri e di oggi. Da noi, in Italia, lo conosciamo come l’Uomo mascherato oppure, più raramente, come l’Ombra che cammina. Ho pensato proprio a lui leggendo con gusto e passione il nuovo romanzo di Mauro Di Giorgio, simpatica e poliedrica figura di medico-scrittore-musicista-e chissà cos’altro. “Ombre d’autunno” (Viola Editrice) è il quarto della serie letteraria che l’autore dedica al commissario di polizia Marco Ferrer, ora primo dirigente in un vasto e famoso spicchio di Roma, quel quartiere Prati che è stato l’ultimo a potersi fregiare dell’antico e prestigioso nome di Rione.
Fra cadaveri, sospetti e interrogatori, l’autore si concede però una riflessione filosofica, quasi un’illuminazione estetica: “Ombre. Ombre che si accavallano fino a confondersi l’una nell’altra. Ombre d’autunno. Queste siamo, pensò, pronte a sparire nell’oscurità, tremanti e angosciate. Lentamente e silenziosamente, spinta dal suo motore elettrico, la camionetta sparì, lasciando un’ultima fugace parvenza di sé”. Sotto il cielo di un oscuro dicembre, anche città magnifiche e millenarie come Roma e Parigi diventano “ombre”: flagellate dal maltempo, sembra che la Storia stessa sia diventata indifferente alle intricate vicende e all’ingombrante dolore degli esseri umani, come una divinità crudele nella sua voluta e assoluta indifferenza.
Ma c’è un “ma”: Ferrer. Il poliziotto non si rassegna. Capisce che le suole delle sue scarpe sono fatte per essere consumate a far trovare ai cattivi la strada della prigione. Capisce che per amore deve superare qualunque ostacolo, scavalcare i luoghi comuni, prosciugare il suo egoismo. In realtà l’umanissimo Ferrer lotta contro la sua paura più profonda, quella di vedere la vita nuda, che è l’Ombra suprema. Sì, perché nelle indagini criminali non c’è più posto per le bugie, i travestimenti, le mezze verità, i sotterfugi, le finzioni. Di fronte a un crimine, la vita viene a galla in tutta la sua imperiosa crudezza e spesso questo fa male, come una luce troppo forte…Di Giorgio ha fatto sue le “ombre” dell’esistenza e ha deciso di raccontarcele con la sua ormai consumata maestria.