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“Ombre D'Autunno” l’ultimo libro di Mauro Di Giorgio

Protagonista del poliziesco è il commissario Ferrer che torna sulla scena del crimine.S’intitola “Ombre d’autunno” l’ultimo, appassionante romanzo di Mauro Di Giorgio, Viola Editrice. Una nuova inchiesta fra Roma e Parigi. Riuscirà il nostro eroe a sbrogliare la matassa di ben due o tre misteri?

printDi :: 11 maggio 2023 17:31
Ombre d'Autunno copertina libro

Ombre d'Autunno copertina libro

(AGR) Di Gianni Maritati

Nel 1936 la fantasia dello sceneggiatore statunitense Lee Falk, che due anni prima aveva fatto nascere Mandrake con l’amico Phil Davis, partorisce insieme al disegnatore Ray Moore un altro dei personaggi più famosi del mondo del fumetto e dell’immaginazione popolare, “The Phantom”, progenitore di tanti supereroi di ieri e di oggi. Da noi, in Italia, lo conosciamo come l’Uomo mascherato oppure, più raramente, come l’Ombra che cammina. Ho pensato proprio a lui leggendo con gusto e passione il nuovo romanzo di Mauro Di Giorgio, simpatica e poliedrica figura di medico-scrittore-musicista-e chissà cos’altro. “Ombre d’autunno” (Viola Editrice) è il quarto della serie letteraria che l’autore dedica al commissario di polizia Marco Ferrer, ora primo dirigente in un vasto e famoso spicchio di Roma, quel quartiere Prati che è stato l’ultimo a potersi fregiare dell’antico e prestigioso nome di Rione.

 
Ma torniamo all’Ombra che cammina. Anche Ferrer ricorda molto questo eroe avventuroso e intelligente che ha una passione implacabile per la giustizia. E che qui deve dividersi fra Roma e Parigi per tentare di guidare, nel Circo Massimo della sua vita decisamente poco monotona, i due focosi cavalli che fanno correre il suo destino: il lavoro e l’amore, la vita professionale e la sfera privata. Ferrer come il muscoloso Victor Mature che interpreta Sansone accecato e legato a due forti colonne dai Filistei nel memorabile film del 1949. Riuscirà il nostro eroe a sbrogliare la matassa di ben due o forse tre misteri? La doppia indagine tutta italiana su una strage e su un omicidio commessi a Roma e quella francese su un altro omicidio che ha imporporato le delicate lenzuola di un lussuoso hotel parigino? Un fatto di sangue, quest’ultimo, che vede coinvolta nientemeno che la sua compagna in cerca di una pausa di riflessione…

Fra cadaveri, sospetti e interrogatori, l’autore si concede però una riflessione filosofica, quasi un’illuminazione estetica: “Ombre. Ombre che si accavallano fino a confondersi l’una nell’altra. Ombre d’autunno. Queste siamo, pensò, pronte a sparire nell’oscurità, tremanti e angosciate. Lentamente e silenziosamente, spinta dal suo motore elettrico, la camionetta sparì, lasciando un’ultima fugace parvenza di sé”. Sotto il cielo di un oscuro dicembre, anche città magnifiche e millenarie come Roma e Parigi diventano “ombre”: flagellate dal maltempo, sembra che la Storia stessa sia diventata indifferente alle intricate vicende e all’ingombrante dolore degli esseri umani, come una divinità crudele nella sua voluta e assoluta indifferenza.

Ma c’è un “ma”: Ferrer. Il poliziotto non si rassegna. Capisce che le suole delle sue scarpe sono fatte per essere consumate a far trovare ai cattivi la strada della prigione. Capisce che per amore deve superare qualunque ostacolo, scavalcare i luoghi comuni, prosciugare il suo egoismo. In realtà l’umanissimo Ferrer lotta contro la sua paura più profonda, quella di vedere la vita nuda, che è l’Ombra suprema. Sì, perché nelle indagini criminali non c’è più posto per le bugie, i travestimenti, le mezze verità, i sotterfugi, le finzioni. Di fronte a un crimine, la vita viene a galla in tutta la sua imperiosa crudezza e spesso questo fa male, come una luce troppo forte…Di Giorgio ha fatto sue le “ombre” dell’esistenza e ha deciso di raccontarcele con la sua ormai consumata maestria.

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