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Roma, preso l'autore degli incendi contro Ministeri e Commissariato Viminale, una "vendetta" contro la polizia e organi giudiziari

L'uomo è stato bloccato a Ladispoli mentre si stava cambiando gli abiti indossati durante gli incendi. Le indagini, supportate, delle immagini registrate da diversi sistemi di videosorveglianza, sono risaliti all’identità dell'uomo, identificato lo scorso 10 luglio per aver dato fuoco a sterpaglie,

printDi :: 26 luglio 2025 14:39
Polizia Digos

Polizia Digos

(AGR) Fermato dalla Polizia di Stato, nel pomeriggio di ieri 25 luglio, l’uomo gravemente indiziato di essere il responsabile degli incendi appiccati, nell’arco di poche ore del giorno antecedente, 24 luglio, nei pressi del Ministero della Giustizia e del Commissariato di P.S. “Viminale”. Si tratta di un cittadino italiano di 43 anni, senza fissa dimora, che avrebbe maturato un risentimento verso gli organi di polizia e quelli giudiziari, a seguito di un processo subito per reati di violenza e resistenza a pubblico ufficiale, danneggiamento e lesioni personali, emerso, in particolar modo, in occasione di un esposto presentato alla polizia lo scorso 9 luglio.

Partendo dalle segnalazioni pervenute in relazione agli episodi incendiari avvenuti all’esterno del Ministero della Giustizia e del Commissariato Viminale, gli accertamenti esperiti con rapidità, svolti mettendo “a sistema” le informazioni raccolte, hanno consentito di appurare che l’uomo si era reso responsabile di ulteriori azioni delittuose nella medesima giornata.

 
Lo stesso si sarebbe recato nel primo pomeriggio nei pressi della sede RAI di Viale Mazzini, dando fuoco ad una tavola di legno, con fiamme propagatesi ad un arbusto sito all’interno della recinzione del sito. Si sarebbe, poi, spostato, nella serata, nei pressi del Ministero della Giustizia di Via Arenula, bruciando il contenuto di una busta, da lui stesso posizionata poco prima sotto un’autovettura di servizio, provocando un incendio che ha danneggiato parzialmente il veicolo, domato solo grazie al tempestivo intervento del personale della polizia penitenziaria di vigilanza.

All’esterno della sede del Consiglio Superiore della Magistratura di Piazza Indipendenza, invece, avrebbe accesso un rogo con una busta contenente lattine e bottiglie. Infine, avrebbe portato a compimento il disegno criminoso all’esterno del Commissariato di P.S. Viminale, provocando un incendio, che ha danneggiato un’autovettura con colori d’istituto, anche questa volta sedato solo grazie all’intervento tempestivo del personale di polizia in servizio presso il commissariato.

Gli Agenti della DIGOS della Questura di Roma, con l’ausilio del personale del Commissariato “Viminale”, all’esito di una velocissima attività di indagine diretta dalla Procura della Repubblica di Civitavecchia e svolta anche attraverso l’analisi delle immagini registrate da diversi sistemi di videosorveglianza, sono risaliti all’identità del soggetto, identificato lo scorso 10 luglio all’esterno del Ministero della Giustizia per aver arso alcune sterpaglie, attirando l’attenzione di due turisti attivatisi per spegnere le fiamme.   

L’uomo è stato rintracciato in un parco a Ladispoli, nell’atto di cambiarsi i vestiti indossati durante le azioni messe a segno, per celarli nello zaino che aveva al seguito. Il personale della Polizia Scientifica, all’esito dei sopralluoghi effettuati presso il Commissariato di P.S. “Viminale”, ha rinvenuto una bottiglia parzialmente combusta in prossimità dell’incendio, debitamente sequestrata.

Al termine delle formalità di rito, il fermato è stato associato presso la Casa Circondariale di Civitavecchia a disposizione dall’Autorità Giudiziaria.Si precisa che, considerato lo stato del procedimento (indagini preliminari), l’indagato deve intendersi innocente fino ad eventuale accertamento di colpevolezza con sentenza definitiva di condanna.

Quanto sopra, si comunica, nel rispetto dell’ indagato da ritenersi  presunto  innocente, in considerazione dell'attuale fase del procedimento, ovvero quella delle indagini preliminari, fino a un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile e al fine di salvaguardare il diritto di cronaca costituzionalmente garantito.

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