Pellegrini e Celik lanciano la Roma
Roma-Udinese 2-0

(AGR) No, spettacolare questo Roma-Udinese non lo è stato, se per ‘spettacolare’ si intende un’ininterrotta sequela di ghirigori, un tourbillon di preziosismi, un insieme di fantasmagorici funambolismi a mai finire. Semmai, lo spettacolo offerto da Roma-Udinese è di tutt’altro tipo: gioco fru-fru del tutto inesistente ma tanta, tanta concretezza dall’una e dall’altra parte, il che, in una partita di calcio, mette pepe e sostanza alla performance. Per altro, da sempre conosciamo l’Udinese come squadra solida, ben messa fisicamente oltre che tatticamente, veloce quel tanto che basta a fregarti se ti distrai un attimo. Anche contro la Roma era lì, tosta e caparbia, pronta a colpire, probabilmente aspettando la puntuale smagliatura della difesa romanista: in effetti, sebbene avesse tutte le intenzioni di dare dispiaceri all’avversaria attraverso manovre ben combinate, al tirare delle somme non è che le iniziative d’attacco dei friulani siano state poi così tante, quasi sempre arenandosi all’altezza dei quaranta metri, o poco più, dei romanisti.
A voler essere puntigliosi, la squadra bianconera arriva nei pressi del goal una prima volta al 72’ con il fischiatissimo Zaniolo che, approfittando di un grossolano errore di N’Dicka – la smagliatura di cui sopra… - che, regalandogli la palla, gli permette di presentarsi solo davanti a Svilar che però, in uscita disperata, compie il miracolo e salva la porta giallorossa, e una seconda volta all’89’, quando Zanoli pesca bene Atta che da buona posizione spara dritto sul palo di destra della porta giallorossa. Praticamente, l’Udinese è tutto qui: in agguato, sì, ma sperando più su un casuale colpo di fortuna, un liscio, una sbandata della difesa romana, piuttosto che su un contare sulle proprie forze.
















