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Regione Lazio, dalla bioedilizia alle ristrutturazioni nel rispetto dell'ambiente

print17 luglio 2017 12:41
Regione Lazio, dalla bioedilizia alle ristrutturazioni nel rispetto dell'ambiente
(AGR) La Regione Lazio ha approvato la legge regionale per la Rigenerazione Urbana e Recupero Edilizio, una norma che detta criteri importanti di bioedilizia così come di aumento di classe energetica degli edifici, di certificazione e di recupero delle acque meteoriche al fine del risparmio idrico complessivo. Il cuore della legge sta poi nella “consegna” di responsabilità alle amministrazioni comunali delle proposte di rigenerazione, comuni che diventano quindi fondamentali nelle scelte urbanistiche ma anche per evitare che dietro alla parola rigenerazione si nasconda la solita speculazione edilizia.

“Con la conlcusione dell’iter approvativo di questa norma, possiamo finalmente dire addio al Piano Casa aprendo un nuovo scenario nell’urbanistica regionale che mette le amministrazioni comunali al centro delle scelte di realizzazione e pone in primo piano criteri come la bioedilizia, la certificazione, l’aumento di classe energetica, il risparmio idrico – commenta Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio – ora bisogna però vigilare, affinché i Comuni evitino che dietro alla rigenerazione si possano compiere scempi urbanistici. Utilizzando il nuovo strumento legislativo, c’è bisogno di avviare una importante fase di riqualificazione del vecchissimo patrimonio edilizio di Roma e del Lazio, nelle città e nei piccoli borghi, perché ciascuno possa dotare il proprio costruito di una moderna riconversione verso la sostenibilità, l’efficentamento energetico e idrico e nella sicurezza statica e antisismica”. Anche Legambiente ha lavorato su emendamenti alla legge e grazie al lavoro della consigliera Cristiana Avenali, alcuni sono andati a buon fine, aprendo anche una stagione per una progettualità integrata, materiale e immateriale, proprio della rigenerazione urbana.

La norma prevede poi interventi di rigenerazione anche nei parchi regionali, nel rispetto dei vari piani d’assetto, “la rigenerazione del costruito all’interno dei parchi regionali può anche andar bene soprtattutto se vincolata al rispetto dei piani, che devono essere strumento di gestione e sviluppo economico sostenibile – conclude Scacchi - , ma proprio per questo motivo, e siccome troppe aree protette regionali sono senza piano anche a decine di anni dalla costituzione, chiediamo alla Regione di concludere velocemente, e portare all’approvazione, tutti i piani d’assetto ancora mancanti entro la fine della legislatura”

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