Ansia: una questione di famiglia... lo stress dei genitori sta facendo crescere una generazione sempre più preoccupata
Il nuovo report di QUID+ rivela l’impatto crescente dell’ansia infantile e il ruolo chiave dei genitori nella sua gestione, per spezzare la catena di stress e preoccupazioni. Il 66% dei genitori vivono situazioni di stress e incertezza di fronte all’ansia dei propri figli


SOS Ansia nei bambini immagini da comunicato stampa
(AGR) Il 66% dei genitori di bambini ansiosi vive situazioni di stress e incertezza di fronte all’ansia dei propri figli, mentre il 15% segnala episodi frequenti e difficili da gestire. Sono i dati che emergono dal nuovo report di QUID+, la linea editoriale a marchio Gribaudo dedicata al tempo di qualità di genitori e figli rivolta ai bambini da 0 a 7 anni, che ha raccolto le testimonianze di un campione di circa 500 famiglie italiane per indagare il fenomeno dell’ansia infantile.
Il report è arricchito da un’analisi delle risposte del campione intervistato da parte degli esperti QUID+. Secondo la ricerca, l’86% degli intervistati percepisce nella propria quotidianità livelli significativi di ansia, un’emozione che, spesso senza rendersene conto, trasmettono ai figli.
L’ansia nei bambini non è un fenomeno isolato: i genitori stessi si riconoscono come parte del problema e, al tempo stesso, della soluzione. La scienza conferma infatti che lo stile genitoriale è un fattore predisponente per l’ansia: stili genitoriali iperprotettivi, ma anche troppo controllanti non permettono al bambino di fare le esperienze di vita necessarie per crescere e crearsi le competenze e l’autonomia necessarie per affrontare le piccole e grandi sfide della vita. L’86% degli intervistati afferma di percepire livelli significativi di ansia nella propria quotidianità, trasmettendola spesso inconsapevolmente ai figli. Tra le principali cause dell’ansia infantile emergono la paura del giudizio e del fallimento (42%), il cambiamento nelle routine (21,2%) e le tensioni familiari (12,7%), con effetti che possono condizionare il loro sviluppo emotivo e relazionale.
Le tipologie di ansia più diffuse nei bambini
L’ansia non è tutta uguale. I bambini possono manifestare diverse forme di disagio emotivo, alcune delle quali più comuni e gestibili in famiglia o a scuola, altre che richiedono un supporto specialistico. Tra le tipologie più diffuse ci sono:
Disturbo d’ansia generalizzato (DAG): caratterizzato da un’eccessiva preoccupazione per eventi quotidiani, uno stato di tensione costante e un bisogno continuo di rassicurazione.
Ansia da prestazione: il timore di fallire o di non essere all’altezza in prove scolastiche, sportive o sociali, con un forte impatto sull’autostima.
Disturbo d’ansia sociale (o fobia sociale): una paura persistente del giudizio altrui e delle situazioni sociali, che può portare al ritiro e all’isolamento.
Ansia da separazione (DAS): una forte angoscia nel distacco da figure di riferimento, che si manifesta con pianti, malessere fisico o panico.
Ansia relazionale: una costante insicurezza nei rapporti interpersonali, con la paura di perdere l’affetto delle persone significative.
Ansia fobica: un terrore irrazionale verso oggetti, situazioni o animali innocui, che può limitare la quotidianità del bambino.
Ansia da salute (ipocondria): una preoccupazione eccessiva per il proprio stato di salute o per quello dei familiari, spesso senza una reale motivazione.
Disturbo ossessivo-compulsivo (DOC): pensieri ricorrenti e intrusivi (ossessioni) che spingono il bambino a compiere rituali ripetitivi (compulsioni) per ridurre l’ansia.
Ansia post-traumatica: disagio persistente derivante da eventi traumatici passati, che può manifestarsi con paure improvvise, incubi o evitamento di certe situazioni.
Genitori in allarme: quanto della nostra ansia trasmettiamo ai figli?
“L’ansia non è solo un problema del bambino, ma di tutta la famiglia”, sottolinea Chiara Bosia, Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale. “Capire le origini di questa ansia e dotarsi di strumenti adeguati per affrontarla è il primo passo per aiutare i bambini a sviluppare resilienza e serenità”.
Il dato sconcertante, è che possiamo addirittura parlare di “ereditarietà” dell’ansia: i figli di genitori ansiosi infatti hanno una probabilità che oscilla dal 30 al 50% di essere anche loro ansiosi. Perché? Non è una questione di DNA, ma di modeling. Se pensiamo, infatti, che il primo modo di apprendere che hanno i più piccoli è l’imitazione, se un bambino vede il proprio genitore che attiva comportamenti ansiosi in risposta a particolari eventi della vita, apprenderà a rispondere nello stesso modo, attivando quindi lui stesso delle manifestazioni ansiose.
L’ora di empatia: educare all’intelligenza emotiva per un futuro senza paura
Un dato particolarmente significativo riguarda la consapevolezza dei genitori intervistati: il 50,7% dichiara di sentire il bisogno di una formazione più approfondita sulla gestione delle emozioni, mentre il 55,9% ammette di non conoscere tecniche specifiche per aiutare i propri figli a fronteggiare l’ansia. Questo evidenzia un bisogno urgente di educazione emotiva, sia in ambito familiare che scolastico.
“Investire nell’alfabetizzazione emotiva è un passo imprescindibile per il benessere delle future generazioni”, afferma Barbara Franco, autrice e ideatrice della collana QUID+. “Aiutare i bambini a riconoscere e gestire le emozioni e in particolare l’ansia significa fornire loro strumenti concreti per affrontare la vita con maggiore serenità e sicurezza. L’ansia non deve essere demonizzata, ma capita e gestita con consapevolezza. Per questo è necessario diventare sempre più consapevolmente un genitore-allenatore emotivo che non cerca di proteggere il figlio dalle emozioni difficili, ma gli insegna le strategie per affrontarle, permettendogli di crescere emotivamente in modo sano”.
Guardando alle esperienze di successo internazionali, il report evidenzia come in alcuni Paesi europei, come Svezia e Danimarca, sia stata introdotta la cosiddetta “ora di empatia”, un momento strutturato in cui i bambini imparano a riconoscere e gestire le proprie emozioni. Anche in Italia si stanno muovendo i primi passi in questa direzione, ma il percorso è ancora lungo.
QUID+ continua il suo impegno con Il grande libro dell’ansia
A rafforzare il percorso di supporto a genitori e bambini, QUID+ annuncia anche la pubblicazione il 6 maggio 2025 de Il grande libro dell’ansia, un’opera pensata per offrire strumenti pratici ed educativi per riconoscere e affrontare l’ansia fin dall’infanzia. Il volume, realizzato con la consulenza della Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale Chiara Bosia, si rivolge sia ai bambini che agli adulti: da un lato attraverso racconti illustrati che aiuteranno i più piccoli a comprendere meglio le loro emozioni, dall’altro attraverso una guida dedicata ai genitori, che fornisce strategie basate sull’approccio psicologico cognitivo comportamentale.
“Ho voluto creare uno strumento che aiuti concretamente i bambini e i loro genitori a comprendere questa emozione difficile e a gestirla al meglio”, spiega Barbara Franco, autrice del libro.
Spezzare la catena dell’ansia: strategie per crescere più sereni
QUID+ si impegna da anni nella diffusione della consapevolezza genitoriale e della crescita emotiva dei bambini. Il nuovo report è un punto di partenza per stimolare il dibattito e fornire strumenti pratici a genitori, educatori e professionisti. Il questionario è ancora aperto e chiunque voglia contribuire con la propria esperienza può partecipare collegandosi al sito ufficiale di QUID+.