Belotti goal-speranza e la Roma torna in corsa
Betis Siviglia-Roma 1-1


(AGR) Per forza di cose, vista cioè la partita dell’andata e, di conseguenza, valutata la forza dell’avversaria in termini di qualità tecnica e condizione atletica, era più o meno questo l’atteggiamento che, nel ritorno di Siviglia, ci si poteva aspettare dalla Roma: compassato, come da ultime prestazioni, avanti, sì, ma con giudizio, cercando di mettere Abraham e Belotti, le due punte che Mourinho schiera insieme dall’inizio, in condizione di andare a rete con palloni appropriati. Il risultato finale di 1-1, se da una parte tiene in corsa la Roma per il secondo posto nel girone, il che serve a dare euforia all’ambiente, dall’altra, vista soprattutto la vittoria del Ludogorets sull’Helsinki (2-0), non rischiara le prospettive: nella classifica del girone, il Betis, in testa con dieci punti, è già qualificato alla fase successiva, i bulgari sono a sette punti, tre in più della Roma, e l’Helsinki, con un punto, è ormai completamente fuori dai giochi. A questo punto del torneo, per andare avanti, i romani sono obbligati a vincere le due gare restanti contro l’Helsinki (27 ottobre, Bolt Arena di Helsinki, capacità 10770 spettatori) e contro il Ludogorets (3 novembre, stadio Olimpico di Roma)). Due vittorie che potrebbero non bastare se, malauguratamente per la tifoseria romanista, il Ludogorets battesse il Betis e pareggiasse con i giallorossi.
Al momento, dunque, la Roma può puntare solo al secondo posto, visto che il Betis ha ormai conquistato la testa della classifica e, a meno di un suo improvviso impazzimento, sembra proprio che la sua leadership sia definitivamente inattaccabile. All’eventuale conquista del secondo posto seguirebbe lo spareggio con una terza classificata in uno dei gironi della Champions League. Vedremo come andrà a finire. Intanto, vogliamo sottolineare che questo dello spareggio è un passaggio che solo apparentemente sembra piuttosto bizzarro, essendo, in realtà, un vero e proprio machiavello inventato per ragioni che invece, se ci si riflette su, appaiono chiare ed evidenti.
La performance, però, non conferma del tutto quanto indicato dalle premesse: palloni alle due punte ne arrivano pochi, né Pellegrini né Cristante sembrano in grande vena: nel primo – del quale più volte, in altre occasioni, ne abbiamo apprezzato l’elevata qualità tecnica – è mancata quella ‘furia’ agonistica, intravista in passato in ben altri capitani romanisti, da profondere in queste partite da dentro o fuori, del secondo, invece, diversi errori elementari – passaggi sbagliati, troppo lunghi o troppo corti, oltre a disimpegni approssimativi - lasciano perplessi. Infine, Abraham: l’inglese, già da diverse partite, sembra non essere al top della forma fisica: perde palloni semplici e a volte va ad infilarsi nei vicoli ciechi di giocate involute che, non essendo messe al servizio della squadra, appaiono velleitarie, quando non del tutto inutili narcisismi: più volte, nel corso della gara, ci si è chiesti perché il londinese andasse a cercare l’avversario che aveva già dribblato o tirasse in porta avendo due, tre avversari di fronte e magari il compagno libero a due metri da lui, pronto a ricevere. Quegli interrogativi, che a noi comuni mortali non è dato sciogliere, sicuramente troveranno esaurienti risposte nello spogliatoio romanista.
Si fanno vedere subito, gli andalusi, ma la Roma tiene bene e risponde con un paio di iniziative (Pellegrini, Belotti) che Bravo, l’estremo del Betis, neutralizza con esperienza. Ma di questo ottimo portiere ce ne eravamo già accorti all’andata, quando con un paio di interventi strepitosi aveva salvato la sua squadra. Si va avanti e al 34’ il Betis passa: passaggio orizzontale sbagliato di Spinazzola verso Matic, ne approfitta Canales che spara da fuori, il pallone, intercettato da Ibanez, finisce la sua corsa alle spalle di Rui Patricio, del tutto spiazzato dalla deviazione del difensore giallorosso Ma quando il Betis va in vantaggio al 34’, ci sono già state avvisaglie: proseguendo nel canovaccio dell’Olimpico, infatti, che portò ai due sonori schiaffoni andalusi, gli spagnoli continuano a tirare da fuori area non appena ne hanno occasione, mai avventurandosi in area: un dettaglio che, tuttavia, i giallorossi sembrano non cogliere, tant’è che Canales…
I giallorossi sembrano non sentire il colpo e cercano subito di rimettere in equilibrio la partita prima del riposo, senza riuscirci. Al 54’ la Roma trova il pareggio con Belotti: azione in area, pallone a Camara, che, in posizione regolare, la spedisce al ‘Gallo’, che da due passi la mette dentro. Il ritmo gara non è proprio forsennato, complici anche i trenta e passa gradi che incombono sulla splendida città andalusa.
Ultimo brivido per la Roma all’82, quando Iglesias ci prova da posizione defilata, ma senza fortuna. Tra i migliori, il mito locale Jaquin, che a quarant’anni suonati può permettersi giocate di altissimo livello qualitativo. Ditemi voi, amici lettori, qual è quell’allenatore che non vorrebbe in squadra un giocatore dalla sconfinata esperienza calcistica di Joaquin! Tra i romanisti, Camara, breve ma risolutiva la sua performance, e Belotti: l’ex granata ha lottato su ogni pallone capitatogli e alla fine ha trovato il goal-speranza della Roma. Il ‘Gallo’, partita dopo partita, sembra stia perdendo quella iniziale ‘timidezza’, dovuta probabilmente al cambio, enorme, di squadra e ambiente e stia arrivando ai suoi abituali alti standard qualitativi.