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Amianto nella Marina, ex Maresciallo "vittima del dovere" per la sua lunga esposizione durante il servizio

Ll Tribunale di Bari condanna Ministero della Difesa e Interno: riconosciuti i diritti di chi ha servito lo Stato per quarant'anni. Durante il servizio è stato accertato dal Tribunale il marinaio è stato esposto, senza adeguate protezioni, a fibre di amianto e radiazioni

printDi :: 12 settembre 2025 15:08
Amianto nella Marina, ex Maresciallo vittima del dovere per la sua lunga esposizione durante il servizio

(AGR) di Donatella Gimigliano

Dopo quasi quarant’anni di servizio tra navi, arsenali e basi militari, un ex Maresciallo della Marina Militare ha ottenuto giustizia. Il Tribunale di Bari ha condannato i Ministeri della Difesa e dell’Interno a riconoscergli lo status di vittima del dovere, accertando il legame diretto tra le gravissime patologie che lo hanno colpito e la prolungata esposizione ad amianto durante la carriera.

 
Nativo di Taranto e attualmente residente ad Adelfia (Ba), fu arruolato giovanissimo nel 1986, e ha servito lo Stato a bordo di storiche unità navali come l’Intrepido e il Vittorio Veneto, oltre che nelle basi e negli arsenali della Marina a Taranto, Cagliari e La Maddalena. In quegli anni è stato esposto, senza adeguate protezioni, a fibre di amianto e radiazioni: un rischio che la stessa sentenza definisce “ubiquitario e costante”.

Nel 2015 è arrivata la diagnosi che ha segnato la sua vita: asbestosi polmonare e ispessimenti pleurici, con un’invalidità che nel 2019 lo costringe ad un congedo forzato. Dopo anni di ricorsi e resistenze burocratiche, il Giudice ha dato ragione all’ex militare riconoscendo il nesso causale e condannato i Ministeri a garantire i benefici spettanti. L’uomo ora potrà ricevere un sostegno economico per sé e per la sua famiglia tra cui un indennizzo di 60.000 euro e un vitalizio mensile, di 2mila euro con effetto retroattivo dal 2019.

«Questa sentenza è un segnale forte: chi ha servito il Paese non può essere dimenticato, soprattutto quando ha pagato un prezzo così alto alla propria salute» – dichiara l’Avv. Ezio Bonanni, Presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, che ha assistito il militare.

Amianto e Marina Militare: una ferita ancora aperta

Il caso deciso dal Tribunale di Bari non è isolato. L’amianto è stato largamente utilizzato nelle unità navali della Marina Militare fino agli anni Duemila: coibentazioni, impianti, tubature e persino locali di vita comune erano impregnati della fibra killer.

Secondo le stime dell’Osservatorio Nazionale Amianto, migliaia di militari sono stati esposti quotidianamente a polveri e fibre di asbesto, spesso in ambienti chiusi e privi di sistemi di aerazione. Molti di loro hanno sviluppato nel tempo patologie gravi e spesso mortali, come mesotelioma, tumore polmonare e asbestosi.

Ogni anno si registrano centinaia di nuovi casi tra ex appartenenti alla Marina, una “strage silenziosa” che continua a produrre vittime e dolore nelle famiglie dei servitori dello Stato.

L’ONA conferma il proprio impegno al fianco delle vittime e delle loro famiglie, offrendo assistenza legale e medica tramite il sito www.osservatorioamianto.it e il numero verde 800 034 294.

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