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Sugar Tax in Italia: rinvii, effetti sulla salute e confronto con altri Paesi

La tassa sulle bevande zuccherate slitta al 2026: cosa cambia per consumatori, aziende e salute pubblica

printDi :: 17 agosto 2025 15:15
Bibite zuccherate nel mirino della Sugar Tax, ogni italiano ne beve 54 litri all'anno

Bibite zuccherate nel mirino della Sugar Tax, ogni italiano ne beve 54 litri all'anno

(AGR) Dopo anni di annunci e rinvii, la Sugar tax in Italia sembra essere ancora lontana dall’entrata in vigore. Prevista inizialmente nella legge di bilancio del 2020, (art. 1, commi 661-676, L.60/2019) la tassa sulle bevande zuccherate continua a slittare di anno in anno, complice una combinazione di motivazioni economiche, pressioni industriali e prudenza politica. L’ultima data fissata è il 1 gennaio 2026, con aliquote che partiranno da 5 centesimi di euro per litro per le bibite zuccherate e 13 centesimi di euro al chilo per i prodotti da diluire, come concentrati in polvere.

La tassa si applicherà a una vasta gamma di prodotti: succhi di frutta, bibite analcoliche, energy drink, tè zuccherati, acque vitaminiche. Diversamente dagli zuccheri presenti nei cibi solidi, quelli introdotti per via liquida vengono assorbiti più rapidamente dall’organismo, sovraccaricando pancreas e fegato. Questo è un meccanismo che può favorire l’insorgenza di obesità, diabete di tipo 2, malattie cardiovascolari e persino alcuni tumori.

 
In molti Paesi la sugar tax è già una realtà. In Messico, ad esempio, l’introduzione di una tassa simile ha portato a una riduzione del consumo di bevande zuccherate di oltre il 20%. In Cile e nel Regno Unito le riforme fiscali hanno spinto le aziende a diminuire il contenuto di zucchero nei prodotti e i consumi sono calati sensibilmente.
Gli effetti positivi non si limitano solo alla salute pubblica: le entrate fiscali generate vengono spesso reinvestite in programmi di educazione alimentare e promozione della salute, creando un circolo virtuoso.

I dati sul consumo di zuccheri in Italia non lasciano spazio a interpretazioni ottimistiche. Ogni persona assume in media 83 grammi di zuccheri semplici al giorno, (dato Studio sui Consumi Alimentari in Italia – IV SCAI 2023 del CREA) ben oltre i 50 grammi raccomandati dall’OMS in una dieta da 2000 kcal. In termini di bevande, questo si traduce in 54 litri di bibite zuccherate e oltre 5 kg di zucchero pro capite all’anno.
Gli operatori sanitari osservano quotidianamente gli effetti di questo eccesso sulla  salute dei pazienti: obesità, pre-diabete, diabete di tipo 2, dislipidemie e malattie cardiovascolari.
Gli zuccheri semplici (come saccarosio, glucosio e fruttosio) vengono assorbiti rapidamente dal sangue, causando un aumento rapido della glicemia. Questo provoca un picco di insulina, l’ormone che abbassa lo zucchero nel sangue. Se i picchi diventano frequenti, le cellule possono diventare meno sensibili all’insulina e dare origine a quella che viene chiamata resistenza insulinica, un precursore del diabete di tipo 2.
 
La Sugar tax è stata ideata con tre obiettivi principali: disincentivare il consumo rendendo più costose le bevande zuccherate e favorendo alternative più sane; generare risorse economiche da reinvestire in programmi di salute e prevenzione; spingere i produttori a riformulare le ricette, abbassando il contenuto di zucchero.

Non mancano, tuttavia, le critiche. Le associazioni di categoria temono perdite di posti di lavoro e sottolineano che i rincari peseranno soprattutto sui redditi più bassi.
Altri ritengono inoltre che gli aumenti previsti sono troppo contenuti per incidere realmente sui consumi. Una bottiglia della bevanda più bevuta passerà da 1,80 euro a 1,85 euro, un incremento del tutto irrisorio.
Al contrario, altri esperti sostengono che la tassa potrà essere efficace solo se accompagnata da una educazione alimentare, da etichette più chiare e da campagne di sensibilizzazione, strumenti fondamentali per orientare i consumatori verso scelte più consapevoli.
Se da un lato i critici parlano di “nuova tassa”, dall’altro è chiaro che la Sugar tax non nasce con intenti meramente fiscali. La posta in gioco è molto più alta: la salute dei cittadini. Ridurre il consumo di zuccheri semplici, soprattutto nelle bevande, significa prevenire malattie croniche e alleggerire i costi per il sistema sanitario nazionale.
Il dibattito resta aperto, ma un dato è certo: mentre l’Italia rimanda, altri Paesi hanno considerato che tassare le bevande zuccherate può essere un passo verso un futuro più sano.

Fonti:

https://www.quotidiano.net/economia/made-in-italy/la-sugar-tax-mette-a-12a4aa29?utm_source=chatgpt.com

https://ilfattoalimentare.it/sugar-tax-italia-consumo-di-zucchero.html?utm_source=chatgpt.com

https://www.lindipendente.online/2025/05/08/sugar-tax-il-grande-inganno-della-tassa-sullo-zucchero/?utm_source=chatgpt.com

https://www.editorialedomani.it/economia/sugar-tax-rinviata-cosa-%C3%A8-come-funziona-esempi-mondo-bibite-gassate-obesita-diabete-y2wga385?utm_source=chatgpt.com

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