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Unione Nazionale Consumatori: azzeramento Iva è presa in giro

Risparmio (finto) per pane, pasta e latte è pari a 21,56

printDi :: 19 novembre 2022 20:32
Unione Nazionale Consumatori: azzeramento Iva è presa in giro

(AGR) "Il taglio dell'Iva su pane, pasta e latte è una presa in giro dei consumatori. L'azzeramento dell'Iva su questi prodotti, considerato che secondo i dati aggiornati dell'Istat la spesa annua per una famiglia media è pari a 261,72 euro per il pane, 142,08 per il latte, tra fresco e conservato, 140,40 per la pasta (pasta secca, fresca, con anche inglobati i preparati di pasta come i ravioli e i tortellini), il finto risparmio teorico sarebbe pari ad appena 10 euro e 7 cent per il pane, 5 euro e 40 cent per la pasta, 6 euro e 9 cent per il latte, per un totale di 21 euro e 56 cent in un anno" afferma Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori.

"Non solo sarebbe un'elemosina, ma sarebbe una farsa, visto che questa cifra irrisoria andrebbe nelle tasche dei consumatori solo nella fantasiosa ipotesi che i commercianti trasferissero matematicamente il taglio dell'Iva sul prezzo finale e non lo incassassero invece loro. Insomma, nella realtà sarebbe solo una mancetta a beneficio dei panettieri, visto che mai più ridurrebbero il prezzo per un ritocco matematico di appena lo 3,846%" prosegue Dona.

 
"Ecco perché sarebbe decisamente meglio tagliare l'Iva sul gas e sulla luce, che invece sarebbe applicato sicuramente dai fornitori di energia, costretti a farlo per legge" aggiunge Dona.

"Persino l'azzeramento dell'Iva al 4% su tutti i Prodotti alimentari e le bevande analcoliche, pur andando decisamente meglio, comporterebbe una minor spesa, sempre teorica, per non dire illusoria, pari ad appena 90 euro su base annua (90 euro e 3 cent) per una famiglia media che salirebbe al massimo a 146,64 euro per una coppia con 3 figli" prosegue Dona.

"Molto meglio, quindi, anche il rinnovo del bonus di 200 euro fatto da Draghi, non solo perché il bonus sarebbe in soldoni ben più consistente di 90 euro, ma anche perchè può essere destinato al ceto meno abbiente, con un reddito annuo inferiore ai 35 mila euro lordi, mentre il taglio dell'Iva riguarderebbe tutti, anche chi può fare a meno di questo aiuto, disperdendo così risorse preziose e scarse" conclude Dona.

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