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Potito Salatto: L'ora di Agire

print13 dicembre 2013 13:32
(AGR) (AGR)Ci vuole un’assunzione di responsabilità collettiva di tutta la nuova classe dirigente perché si recuperi la fiducia nella politica quale presupposto per la ripresa del Paese. In particolare centrodestra e centrosinistra hanno il dovere di arginare il populismo sfascista che caratterizza ormai Forz a Italia e il MoVimento 5 Stelle.

L’Ue va salvaguardata e cambiata con riforme istituzionali, revisione dei trattati, nuove politiche economiche e sociali.

Immaginare un’uscita dell’Italia da questo contesto non ci salverebbe, anzi.

Il nostro Paese ha bisogno di interventi anche impopolari ma decisivi per la sua ripresa. Le dimostrazioni di protesta di questi giorni non annunciano nulla di buono per la tenuta complessiva della società e lasciano spazio a chi, fuori dal Governo, soffia sul fuoco per una manciata di voti in più.

Spetta ora al Pd dare un senso concreto al suo rinnovamento generazionale, avere la capacità di individuare programmi concreti fuori da vecchie ideologie superate dai tempi.

Spetta al centrodestra recuperare una sua unità politica e strategica per essere numericamente e politicamente alternativo alla sinistra. Continuare a disperdersi inrivoli disarticolati non farebbe altro che rinfocolare quella disaffezione rappresentata dall’astensionismo dal voto che caratterizza soprattutto il ceto moderato, nei fatti maggioritario in Italia.

Aver costituito, finalmente, gruppi unici alla Camera e al Senato denominati “Per l’Italia”, composti dai Popolari dell’ex Scelta Civica di Mario Mauro e dall’Udc, è un significativo passo in avanti che fa ben sperare, ma bisogna anche andare oltre, soprattutto fuori dal palazzo.

I tempi stringono.Il nuovo o presunto tale avanza vertiginosamente. I contrasti sociali si acuiscono.

In tutti i Paesi dell’Ue, il populismo antisistema di destra si espande ovunque a macchia d’olio. Tutto ciò richiede uno sforzo comune dei partiti presenti nelle singole nazioni che si richiamano al popolarismo per meglio incidere nel Parlamento europeo nella prossima legislatura che non potrà non essere costituente per una nuova Ue che sia all’altezza delle sfide lanciate dagli inediti assetti geopolitici internazionali. Una sfida che vede l’intero Occidente in grosse difficoltà.

L’Italia deve, non solo può, contribuire al rafforzamento del PPE con una sua originale iniziativa. Al di là di ciò che la nostra classe dirigente sarà capace di fare, spetterà a noi cittadini, a noi elettori, imporre una linea di marcia a salvaguardia non solo dei nostri legittimi interessi, ma anche di quelli delle prossime generazioni. In caso contrario vale il proverbio: “Chi è causa del proprio male, pianga sé stesso”.

©Futuro Europa®>


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