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Spiagge pubbliche e stabilimenti privati?

print13 novembre 2013 00:30
(AGR) Rilancio del Pdl sulla questione spiagge. Domani il centrodestra presenterà un documento per reinserire, tra gli emendamenti alla legge di stabilità, la questione dibattuta della cessione delle pertinenze demaniali che insistono sugli arenili, Un’operazione a due vie, da una parte si vorrebbe far cassa e dall’altra si viene ad affermare la specificità propria del sistema balneare italiano, con spiagge che restano pubbliche e locali servizi che diventano private.Per il Labur: “Si tratta di un condono edilizio e fiscale mascherato nel tentativo da parte del Governo di recuperare quei miliardi di euro persi negli ultimi 30 anni a causa dei mancati o sottostimati proventi derivanti dalle concessioni demaniali marittime. Si vendono le aree dove insistono gli stabilimenti balneari (intesi in senso ‘fisico’), sinora in concessione, per ‘contribuire’ al risanamento dei conti pubblici, offrendo agli attuali concessionari il diritto di prelazione all’acquisto. Questo obiettivo nasce dall’annoso problema della gestione del demanio marittimo a causa delle modalità discrezionali di rilascio delle concessioni delle aree demaniali.Lo scontro politico di questi giorni dunque non è quello della “vendita delle spiagge.Nel disegno di legge di Stabilità 2014 non si parla dunque di nuova cementificazione delle spiagge, ma si sta tentando in modo trasversale di articolare un vero e proprio condono edilizio e fiscale delle esistenti pertinenze demaniali marittime, avendo la certezza che non verranno mai demolite, qualora gli emendamenti non venissero approvati. Di fatto queste strutture sono già private, perché contemplate nel meccanismo attuale del rinnovo automatico della concessione, e pertanto si tratta di passare da uno stato ‘de facto’ a uno ‘de jure’.”>

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