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21 maggio, la sanità si ferma, sciopero degli operatori del settore per un contratto dignitoso

Lo sciopero indetto da USB non sarà solo l’occasione per manifestare l’opposizione a un modello che mercifica il diritto alla salute e per rivendicare l’eliminazione dei brevetti sui vaccini: pretenderemo anche un rinnovo contrattuale finalmente adeguato

printDi :: 28 aprile 2021 19:12
21 maggio, la sanità si ferma, sciopero degli operatori del settore per un contratto dignitoso

(AGR) Il 21 maggio si terrà a Roma il G20 dedicato al tema della salute con l’obiettivo dichiarato di mitigare i rischi per la salute globale, ridurne gli impatti negativi sulla crescita e sull’economia globale e guidare gli investimenti nella Sanità in modo appropriato e efficace. Appropriatezza, efficacia e, aggiungiamo, economicità, sono i sostantivi nel nome dei quali, però, la Sanità è stata nel corso degli anni ridimensionata attraverso un costante taglio dei finanziamenti, nel nome del quale il personale è stato ridotto fino a risultare drammaticamente insufficiente nell’affrontare l’emergenza Covid-19 e tanti operatori sanitari sono stati mandati allo sbaraglio senza adeguati DPI. E quanto costi - in termini di salute e sicurezza di cittadini e operatori sanitari - gestire la Sanità privilegiando gli aspetti economici è platealmente evidente anche nel fallimento della campagna vaccinale a causa della mancanza delle dosi e della ricerca del profitto a ogni costo da parte dei produttori.

Lo sciopero indetto da USB nella giornata del 21 maggio, non sarà solo l’occasione per manifestare l’opposizione a un modello che mercifica il diritto alla salute e per rivendicare l’eliminazione dei brevetti sui vaccini: pretenderemo anche un rinnovo contrattuale che sia finalmente adeguato sotto il profilo degli aumenti retributivi (dopo dieci anni di blocco e un primo rinnovo davvero ridicolo) e che veda soddisfatte le legittime aspettative di sviluppo professionale degli operatori del settore Sanità. Lotteremo per chiedere con forza l’eliminazione di tutte le forme di precariato e la stabilizzazione del personale, nonché la reinternalizzazione dei servizi e quella dei lavoratori e delle lavoratrici del Terzo settore in appalto, attraverso l’assunzione stabile alle dipendenze delle strutture pubbliche.

 
Sarà, a tredici mesi di distanza dal nostro sciopero del settore, proclamato all’inizio della pandemia, l’occasione per riportare all’attenzione dei cittadini, dell’opinione pubblica e del personale sanitario la crescente necessità di una Sanità che rimetta al centro del proprio interesse la salute e non il profitto dentro un Sistema Sanitario che sia nazionale, pubblico e universale.

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