Sette vizi capitali per una sola Italia

Nello spettacolo fortemente voluto e poi prodotto da Itaca, servizi per lo spettacolo e la cultura, ci sono le vergogne italiche, dalla strage di Capaci al Concilio Vaticano II, passando per il delitto Pasolini, il colera del ’73, il sud e il nord e le relative culture, la moralità e il suo contrario, ma anche quell’arte di arrangiarsi e l’atteggiamento nei confronti della vita che compone quella “geografia umana” più propriamente italiana, il tutto ripercorso attraverso i famigerati sette vizi capitali.
Un incontro casuale e forzato tra due uomini, l’uomo delle pulizie Giustino e il politico Bellassai, appartenenti a due mondi completamente diversi, che si trovano, loro malgrado, a dover trascorrere una notte intera in una sala conferenze. Un incontro-scontro fra il bene e il male, il corretto e il corrotto, il legale e l’illegale, dove i ruoli e le parti possono arrivare anche a confondersi o paradossalmente a invertirsi perché nel caos tutto italiano di vivere e sopravvivere a un certo punto le distanze si riducono, i confini si diradano e si fatica a comprendere cosa è giusto e cosa è sbagliato, da quale parte della barricata ci si trova e soprattutto se e come ne usciremo. Una notte in cui i governanti e gli ultimi nella scala sociale si parlano lontano dalle telecamere in un territorio neutrale, a volto scoperto e senza filtri. Una notte in cui, forse, si può arrivare a sfiorare la verità, a toccarla con un dito sperando finalmente di afferrarla.
“Vogliamo offrire ai ragazzi un momento di confronto e la possibilità di confrontarsi e porre in tutta libertà le loro domande a giornalisti eccellenti della stampa italiana”, spiega la Petriello che durante le matineé condurrà il dibattito, e continua: “La vittoria di un libro è smettere di restare libro e in questo, abbiamo già vinto”.
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Manuela Minelli>
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