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Sette vizi capitali per una sola Italia

print19 marzo 2013 08:11
Sette vizi capitali per una sola Italia
(AGR) (AGR)Debutta questa sera al Teatro Eliseo “Al mio Paese-Sette vizi capitali per una sola Italia”, spettacolo diretto da Paolo Vanacore, nato dal libro di Melania Petriello> >“Al mio Paese” (Edimedia editore) è un libro di Melania Petriello, ma è anche un corto di Valerio Vestoso, un contest redazionale promosso dal quotidiano La Repubblica, che ha mobilitato sul tema della corruzione centinaia di ragazzi di tutte le scuole italiane, ma da stasera (e fino al 21 marzo quando gli orari degli spettacoli saranno alle 10.30 e alle 17) è uno spettacolo teatrale, in scena al Teatro Eliseo, con Sebastiano Nardone e Stefano Abbati, per la regia di Paolo Vanacore.Per raccontare il bello e il brutto, le passioni e i pregiudizi, le culture e le tante storie che attraversano il nostro Paese, la giovanissima scrittrice e giornalista Melania Petriello, beneventana e meridionalista per nascita e vocazione, che è stata a capo di un importante ufficio stampa politico-istituzionale presso il Parlamento Europeo ed è attualmente consulente per la comunicazione del Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia, ha chiamato a raccolta nove illustri firme del giornalismo italiano, Vanni Truppi, Carlo Puca, Luciano Ghelfi, Luca Maurelli, Carlo Tarallo, Tiziana di Simone, Giuseppe Crimaldi, Fausta Speranza e Gianmaria Roberti, che hanno composto il lavoro corale. Si tratta di un libro che non può non coinvolgere chi ha ancora l’orgoglio di sentirsi “italiano”, poiché la penna dei vari autori, fa sì che la lettura sia sempre diversa, sfaccettata e versatile, toccando molteplici aspetti del nostro Paese e rafforzando quel sentimento di lotta alla sottocultura dell’illegalità e della corruzione che cova nell’animo di ogni italiano onesto.

Nello spettacolo fortemente voluto e poi prodotto da Itaca, servizi per lo spettacolo e la cultura, ci sono le vergogne italiche, dalla strage di Capaci al Concilio Vaticano II, passando per il delitto Pasolini, il colera del ’73, il sud e il nord e le relative culture, la moralità e il suo contrario, ma anche quell’arte di arrangiarsi e l’atteggiamento nei confronti della vita che compone quella “geografia umana” più propriamente italiana, il tutto ripercorso attraverso i famigerati sette vizi capitali.

Un incontro casuale e forzato tra due uomini, l’uomo delle pulizie Giustino e il politico Bellassai, appartenenti a due mondi completamente diversi, che si trovano, loro malgrado, a dover trascorrere una notte intera in una sala conferenze. Un incontro-scontro fra il bene e il male, il corretto e il corrotto, il legale e l’illegale, dove i ruoli e le parti possono arrivare anche a confondersi o paradossalmente a invertirsi perché nel caos tutto italiano di vivere e sopravvivere a un certo punto le distanze si riducono, i confini si diradano e si fatica a comprendere cosa è giusto e cosa è sbagliato, da quale parte della barricata ci si trova e soprattutto se e come ne usciremo. Una notte in cui i governanti e gli ultimi nella scala sociale si parlano lontano dalle telecamere in un territorio neutrale, a volto scoperto e senza filtri. Una notte in cui, forse, si può arrivare a sfiorare la verità, a toccarla con un dito sperando finalmente di afferrarla.

“Vogliamo offrire ai ragazzi un momento di confronto e la possibilità di confrontarsi e porre in tutta libertà le loro domande a giornalisti eccellenti della stampa italiana”, spiega la Petriello che durante le matineé condurrà il dibattito, e continua: “La vittoria di un libro è smettere di restare libro e in questo, abbiamo già vinto”.

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                                                                                           Manuela Minelli>

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