Ostia, il teatro dell'Opera a piazza Anco Marzio

Gli spettatori devono portarsi le sedie da casa e si godono in piazza lo spettacolo, che è gratuito. Questo è, in poche righe, il progetto Figaro! Opera Camion. La scelta è caduta sul Barbiere di Siviglia, un lavoro popolare per eccellenza, del quale quest’anno ricorre il bicentenario della prima esecuzione proprio qui a Roma, al Teatro Argentina. In questo caso è il Teatro che si muove per raggiungere chi non ci è mai stato o non ha mai visto un’opera.
“È un progetto – ha dichiarato il sovrintendente del Teatro dell’Opera di Roma, Carlo Fuortes – che vuole unire vari elementi. Da un lato la popolarità dell’opera, e in particolare di un lavoro come il Barbiere di Siviglia, unita nel nostro caso al teatro di piazza, un teatro povero per definizione, ma ricco di passione e che cambia luogo tutte le sere. Insomma è la tradizione della “commedia dell’arte” itinerante che ha fatto la storia del teatro italiano. E la grande tradizione è rinnovata con la tecnologia, con i video di Gianluigi Toccafondo che non “descrivono”, ma alludono ai personaggi e alle situazioni in scena, amplificandole e movimentando ancor più la vicenda”.
“È un modo assolutamente nuovo di portare il teatro in giro per la città. – dice il sovrintendente del Teatro Massimo, Francesco Giambrone – OperaCamion è una sorta di Carro di Tespi 2.0, che potrà fermarsi dove si vuole. E noi vogliamo portarlo nelle periferie, nei quartieri disagiati, nei territori a rischio più alto di esclusione sociale e ad alta densità mafiosa, in tutti i luoghi dove crediamo sia importante esserci. Basterà aprire il camion perché appaiano le scene, le luci, il palcoscenico”.
La versione OperaCamion naturalmente sarà più breve del Barbiere di Siviglia ma la storia è quella e si segue benissimo. Merito del regista, Fabio Cherstich, dei cantanti, degli attori, dei tecnici tutti molto giovani (e molti provenienti dal progetto “Fabbrica” Young Artist Program del Teatro dell’Opera) così come della Youth Orchestra, l’ensemble giovanile del Teatro, diretta da Carlo Donadio in alternanza con Roberto De Maio. Merito dell’aspetto “visivo” del lavoro, tutto quanto, scene, costumi, video a cura di Gianluigi Toccafondo, l’artista che “firma” l’immagine del Teatro dell’Opera di Roma.