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MASSIMO DAPPORTO IN “LADRO DI RAZZA” AL TEATRO MANFREDI

print11 dicembre 2013 14:59
LADRO DI RAZZA

LADRO DI RAZZA

(AGR) Roma, 16 ottobre del 1943. Un giorno che ancora oggi fa rivivere l’orrore e il lutto per il rastrellamento degli ebrei nel ghetto di Roma da parte dei nazisti. Il rastrellamento portò ad Auschwitz 1259 persone, di cui 363 uomini, 689 donne e 207 bambini. Questo il tema di fondo di "Ladro di razza", la commedia di Gianni Clementi che debutta questa sera al teatro Nino Manfredi che vede protagonisti Massimo Dapporto, Susanna Marcomeni e Blas Roca Rey.

"Il personaggio che interpreto -
racconta Massimo Dapporto - ha l’indole del piccolo truffatore. Sarà l’incontro con una donna a cambiargli la vita e a dargli la possibilità di ricordare l’esistenza dei sentimenti, gli stessi che gli eventi avevano portato a dimenticare". E, a proposito della scelta dei personaggi che porta a teatro o in Tv, Dapporto afferma che ad incidere maggiormente è il mettersi dalla parte dello spettatore. "Cerco di essere onesto e sincero prima con me stesso e poi con il pubblico - dichiara l’attore - e se il personaggio o la storia che devo rappresentare mi annoiano, allora rinuncio".

Per tornare a "Ladro di Razza", Tito (Massimo Dapporto) non è che un piccolo uomo, opportunista e vigliacco, appena uscito dal carcere e catapultato di colpo in un episodio storico dirompente. Scoprirà in sé un inaspettato coraggio che gli consentirà un grande riscatto. Un evento tragico di portata mondiale nel quale si inserisce una vicenda apparentemente piccola, quella di Tito appunto, abituato a inventarsi la vita, dopo aver scontato l'ennesima condanna. Non potendo tornare a casa dei suoi per via di un usuraio che non gli dà pace e che è noto per la sua crudeltà, decide di rifugiarsi nella catapecchia di Oreste, suo amico d'infanzia, che lavora come operaio nelle fornaci di Valle Aurelia. Tito deve assolutamente trovare al più presto dei soldi, per evitare il pressing del suo strozzino.

Ed ecco che conosce casualmente una ricca zitella ebrea, Rachele, che vive sola in un appartamento lussuoso del ghetto: sarà lei la sua vittima. Tito corteggia Rachele e, dopo un'estenuante resistenza della donna, riesce finalmente ad entrare nelle sue grazie. Ormai è di casa, ed è pronto per il furto…>

"Ladro di razza" si ispira alla grande tradizione del cinema neorealista, indagando in chiave di tragicomica un momento della nostra Storia. Comicità, riflessione e commozione, questo è quello che ci regala il lavoro di Clementi. Tiberio, Oreste e Rachele, protagonisti di questa minuscola storia, diventano il tramite per raccontare un’Italia in guerra, una Roma allo stremo, ma ancora capace di sussulti d’orgoglio. Ladro di razza è una storia di ingenuità e fame, di illusioni e inganni, di risate e lacrime, quando le parole onore, compassione e orgoglio avevano ancora un significato.

(di M. Minelli)>

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