Eco museo: la Tv di Vittorio De Seta
(AGR) ( AGR )Dopo il successo riscontrato dalle proiezioni delle opere cinematografiche di Vittorio De Seta prosegue la rassegna Tre Passi con Vittorio De Seta organizzata all' Ecomuseo del Litorale Romano con la programmazione dei film per la televisione del regista palermitano.Si tratta di film prodotti tra il 1974 e il 1993 che pochi in questi anni hanno potuto vedere ma che rappresentano un splendido esempio di "cinema del ritorno": un cinema che ritorna nei luoghi e sugli argomenti che ha già frequentato per consentirne il confronto e per descriverne gli sviluppi. Questa settimana due film dal taglio "sociologico", che dimostra il costante interesse di De Seta verso le dinamiche sociali che investono i territori e le genti.Si comincia con Hong Kong, città di profughi (1980), in proiezione Sabato 18 Febbraio alle ore 15,00 nella Sala Visioni dell’Ecomuseo del Litorale Romano ad Ostia Antica. In questo film documentario composto da tre episodi De Seta tratta per la prima volta il tema dell'emigrazione su cui tornerà più di venticinque anni dopo con Lettere dal Sahara (2006) suo ultimo film. Per girare Hong Kong, città di profughi (1980) il documentarista palermitano si è recato con la sua troupe nell'allora possedimento britannico di Hong Kong, dove si concentravano enormi masse di profughi in fuga dai disastri della società: centinaia di migliaia di emigrati cinesi scappati dalla Cina Popolare post-maoista e almeno 60 mila vietnamiti. La cinepresa di De Seta si sofferma essenzialmente sulla fatica di vivere: appartamenti di ridotte dimensioni, pochi metri quadrati stipati di gente, il formicolante esercito dei ricercatori di un lavoro nero, unica proposta e unica risorsa di vita per questa orda di derelitti. Come spiegava allora il regista : "Credevo di andare incontro a un problema nuovo e ho trovato un problema antico, la malattia dell'Asia: un grande Sud".Domenica 19 Febbraio alle ore 10,30 verrà proiettato il documentario In Calabria (1993)girato proprio nella regione dove De Seta si era ritirato a vita privata: una terra dove sopravvivono contemporaneamente tradizioni antiche e i mostri del nuovo sviluppo industriale. E' questo contrasto l'oggetto dell'interesse del regista, il confronto tra lo scempio di uno sviluppo industriale che ha stravolto il territorio e la vita sociale e il mondo tradizionale, quello che ancora trova il tempo per fare il maiale.