Capolavori imperdibili di Vittorio De Seta in proiezione all’Ecomuseo di Ostia

Inserita nella spontanea organizzazione di numerose proiezioni e incontri in tutta Roma, voluti da amici, colleghi e stimatori di De Seta, la rassegna che avrà luogo all’Ecomuseo di Ostia prevede la proiezione di tutti i suoi lavori: da quelli televisivi, a volte meno noti, a quelli cinematografici, dai documentari fino a due sezioni fondamentali per capire l’idea e la sensibilità cinematografica di De Seta: il Cinema Condiviso che comprende film realizzati assieme a De Seta; e il Cinema Amato che permetterà di vedere film amati dal regista, e che oggi sono pressoché invisibili.
Sabato 21 gennaio alle ore 15.00 verrà proiettato Banditi a Orgosolo (1961), uno dei lavori cinematografici più famosi di De Seta. Leone d’oro a Venezia come migliore opera prima, era stato presentato al pubblico dell’Ecomuseo dallo stesso De Seta, personalmente, pochi anni addietro. Il film rappresenta praticamente un unicum cinematografico sia dal punto di vista della narrazione che da quello produttivo. De Seta tornò nella Barbagia già documentata con Un giorno in Barbagia e Pastori di Orgosolo per cercare di raccontare il fenomeno del banditismo che imperversava in quegli anni nella zona del Supramonte. La prima scelta radicale del regista è quella di non servirsi di attori professionisti ma di far interpretare tutti i ruoli del film a pastori sardi, i quali con genuinità e abnegazione, donano al film un’impareggiabile autenticità. Gli abitanti di Orgosolo, inoltre, “crearono” assieme a De Seta la sceneggiatura che oggi si definirebbe in progress, dato che il regista chiedeva loro continui consigli su come preservare la credibilità della loro vita quotidiana messa in scena dal suo film, e quindi era sempre disposto a riscrivere e rigirare le scene fino a raggiungere il risultato ritenuto appropriato.Domenica 22 alle 10,30 sarà la volta de L’invitata (1969) film di co-produzione Italo-francese che prosegue, in maniera del tutto meno ossessiva ed egocentrica, l’operazione di drammaturgia psicologica realizzata con Un uomo a metà uscito nel 1966, film tanto contestato e osteggiato all’epoca della sua uscita, quanto apprezzato e stimato oggi. Nella Parigi della fine degli Anni Sessanta si muovono i protagonisti del film, medio borghesi alle prese con tradimenti e l’ipocrisia dei loro rapporti e dei loro ambienti, interpretati tra gli altri da Michel Piccoli, Jacques Perrin e da Joanna Shimkus nel ruolo di Anne, la protagonista/invitata, prima tradita e poi traditrice. Pudore, discrezione, sottile scandaglio dei sentimenti, intelligenza dei particolari, armonia tra stati d'animo e paesaggi (fotografia di Luciano Tovoli) caratterizzano questo film delicato, scritto da Tonino Guerra e Lucile Laks. Di particolare interesse l'atteggiamento del regista verso Anne, un misto di identificazione e di odio, di curiosità e ripulsa. Gran premio OCIC 1970. La Rassegna Tre passi con Vittorio De Seta proseguirà il prossimo fine settimana con Diario di un maestro (1973), Lettere dal Sahara (2006) e Il Placido corso degli eventi (2003) di Paolo Isaja e Maria Pia Melandri ed andrà avanti fino a Domenica 5 febbraio quando verrà proiettato per la prima volta lo spezzone di montaggio di Nemesi l’ultimo film a cui De Seta stava lavorando.