Utilizziamo i cookie per abilitare e migliorare le funzionalita' del sito web, servire contenuti per voi piu' pertinenti, ed integrare i social media. E' possibile rivedere la nostra privacy policy cliccando qui e la nostra cookie policy cliccando qui. Se chiudi questo avviso, acconsenti all'utilizzo dei cookie. Per modificare le impostazioni dei cookies clicca qui

A ciascuno il ....suo

print05 novembre 2013 11:38
(AGR) Sarà lo spettacolo “A CIASCUNO IL SUO”, di Leonardo Sciascia ad inaugurare la stagione teatrale del Teatro Parioli Peppino De Filippo, con una serata ad inviti, aperta poi al pubblico da domani (7 novembre, n.d.r.) e fino al 17 del mese.

Il testo di Sciascia, riadattato mirabilmente da Gaetano Aronica, prodotto da Gino Caudai, per la regia diFabrizio Catalano, vede in scena Daniela Poggi, Sebastiano Somma, e gli stessiAronica e Catalano, in una commedia in cui la vera protagonista è l’ipocrisia, ovvero quella legge non scritta, eppure trionfante, che domina la società in cui viviamo, così come quella che Leonardo Sciascia ci ha raccontato in “A ciascuno il suo”. L’Italia, che nell’immediato dopoguerra sembrava non solo poter ridivenire la fucina di idee che era stata nel Rinascimento, ma anche una nazione governata da gente equa e volenterosa, è nel giro di pochi anni e irrimediabilmente fino ad oggi, precipitata in un gorgo di corruzione e assenza di valori. Il percorso iniziato con lo spettacolo “Il giorno della civetta” sempre prodotto da Gino Caudai,continua con “A ciascuno il suo”. Una versione teatraleancora una volta “fedelmente infedele” al romanzo, nel tentativodi far riemergere il magma delle sue pericolose intuizioni.

Qui non si parla di mafia, essa è già integrata nel tessuto sociale ed economico, acquisita nei rapporti umani.

La società descritta da Leonardo Sciascia in “A ciascuno il suo” somiglia molto, forse troppo, a quella di oggi e molte delle sue domandenon hanno trovato risposta. L’autore approfondirà alcunidei temi accennati in successivi romanzi: Il contesto,Todo modo, Candido e soprattutto nella raccolta di scritti del 1979, Nero su nero, fonte di ispirazione per questa drammaturgia.

“A ciascuno il suo”si può leggere in tanti modi. Ed è anche un giallo sulla autenticità della letteratura e l’impostura della realtà. Tutta la storia è costruita sul meccanismo della suspence. La chiave dell’enigma è riposta nel mistero della scrittura, veicolo di morte, ma anche strumento di conoscenza, consapevolezza e verità. Una verità che ci fa sorridere della deformità con spavento, come davanti ad uno specchio. Non c’è una sola figura positiva nella vicenda. I personaggi sono talmente compenetrati nei loro ruoli da non riuscire ad immaginare un altro mondo possibile. Non sono nemmenosfiorati dall’idea del cambiamento. Tutto si compie con un’ambiguità spaventosa. Nascondono, ingannano, rimuovono, al punto da considerarsi estranei alle azioni fatte, come se queste non li riguardassero, come se non avessero coscienza del male. Vivono nell’impostura come se non dovessero mai morire o come se la morte, a un certo punto, non fosse altro che una formalità.

“La nostra società è divenuta sempre più fatua, vacua, omologata e priva di valori. I cittadini italiani, in questo scorcio di millennio, dovrebbero imparare a recuperare la capacità d’indignarsi, di disprezzare tutto ciò che è inutile e ingiusto e, in nome di una ritrovata coscienza civica, a ribellarsi, invece tutto langue, tutto è in mano a personaggi senza carisma e senza morale: la politica, la legge, la cultura e anche il cinema e il teatro–spiega il regista, Fabrizio Catalano, che interpreta anche il ruolo del farmacista -Il teatro non può continuare ad isolarsi dal contesto circostante, ad avvoltolarsi su sé stesso e ad avvizzire, ignorando i profondi mutamenti in atto nella nostra società. Il teatro è vita! Il teatro deve avere un cuore. E come un cuore, infatti, pulsa la scena di “A ciascuno il suo”: ambienti borghesi, addirittura opulenti, di un’eleganza barocca, intrisa di simboli cattolici, su cui svettano creature misteriose, i mostri di Villa Palagonia, a pochi chilometri da Palermo.

Ci racconta qualcosa circa la trama della storia? All’inizio della nostra storia, nel circolo della caccia, qualcosa di losco e sinistro sta per accadere. Alcuni dei personaggi sanno esattamente cosa accadrà, altri ne hanno soltanto sentore. Ma tutti sono pronti a tacere, a fingere, a dissimularsi. Al circolo della caccia però arriva un intruso: il professor Laurana. Laurana è diverso dagli altri, ma non è un eroe, è soltanto un uomo che non conosce le regole del gioco. Un gioco in cui tutti, in qualche modo, sono colpevoli, un po’ come nell’Assassinio sull’Orient Express di Agatha Christie, ma in maniera più sordida e sottile, e dove ognuno ha una sua sostanziale responsabilità. Per aver commesso il delitto, per averlo commissionato, per averne tratto dei vantaggi o per aver meschinamentefinto di non vedere. Tutto è intrinsecamente siciliano e al tempo stesso universale, tutti fanno parte di questo gioco febbrile e disgustoso: il gioco in cui ci si spartisce il potere. Ancora una volta, infatti, la Sicilia si fa metafora del mondo, ovunque la ragione dorme da tempo un sonno senza sogni. Ma è giunta l’ora che la ragione si risvegli. In ognuno di noi!”.

Una nota a parte la meritano l’intensità dell’ interpretazione sia di Sebastiano Somma, sia di una Daniela Poggi più in forma che mai, nei panni dell’affascinante vedova Roscio. La messa in scena di Fabrizio Catalano è fedele all’opera, una scenografia classica che circoscrive l’azione nello studio del circolo della caccia. In realtà, un comitato d’affari che gestisce il potere come una forza occulta.Catalano ricostruisce pedissequamente il giallo di ambientazione siciliana in cui l’omicidio è connesso alla politica attraverso la corruzione di alcuni funzionari pubblici e alla fitta rete di “poteri forti” che ruotano attorno al mondo descritto dall’autore. Anche in questa riduzione teatrale il testo, prima ancora che su un crimine, è incentrato sulla società e sulle persone.

In scena: Sebastiano Somma(Paolo Laurana), Daniela Poggi(Luisa), Gaetano Aronica(Don Pasquale), Maurizio Nicolosi (Postino), Alessio Caruso (Avv. Rosello), Roberto Negri (On. Abello), Ivan Giambirtone (On.Testaquadra), Vittoria Faro (Lisetta), Fabrizio Catalano (Farmacista Manno), Giacinto Ferro (Prof. Roscio).

Le scene e i costumi sono di Antonia Petrocelli, le musiche sono di Fabio Lombardi.

Teatro Parioli Peppino De FilippoVia Giosuè Borsi 20, 00197 – Roma

tel. 06 8073040>

www.teatropariolipeppinodefilippo.it

Lo spettacolo saràin scena dal giovedì alla domenicadal 7 al 17 novembre 2013 -da giovedì a sabato ore 21,00 - domenica(ore 17,00)>

Prezzi platea 25,00 euro - Galleria 20,00 euro>

(di Manuela Minelli)>

Partecipa anche tu affinche' l'informazione vera e trasparente sia un bene per tutti

 
 
x

ATTENZIONE