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Inpdap: conti sotto controllo. La relazione di Giancarlo Fontanelli

print16 settembre 2003 15:08
“Troppi allarmismi ingiustificati. La situazione del nostro Istituto, con le riforme che si sono succedute nell’ultimo decennio, è sotto controllo”. Lo ha detto il presidente del Consiglio di Indirizzo e Vigilanza dell’ Inpdap, Giancarlo Fontanelli in un convegno tenutosi ieri a Roma sulla previdenza pubblica.

Tra i relatori da segnalare la presenza dell’ingegner Marco Staderini, nominato da poco commissario straordinario dell’ Istituto e del sottosegretario al Welfare Alberto Brambilla.

Leggendo la relazione, Fontanelli ha evidenziato come dall’inizio degli anni novanta “abbiamo assistito a ben cinque interventi sulle pensioni: prima il governo Amato, poi Ciampi, Dini, Prodi e infine Berlusconi.

Questo per dire che c’è stato sicuramente un contenimento della spesa”. Certo, la situazione per i neo assunti o comunque coloro che hanno meno di diciotto anni di contribuzione, non è così rosea tanto che si rende ormai necessario il lancio del nuovo Fondo complementare Espero per i dipendenti pubblici “uno strumento però ancora concettuale e non operativo”. Ci sono altri problemi però “come il trasferimento dei contributi di aziende che prima versavano all’Inpdap e ora si trovano ad avere un rapporto con l’Inps o le mancate assunzioni che hanno significato per le casse dell’Istituto un mancato introito contributivo”. In conclusione Fontanelli ha lanciato un messaggio ai neoassunti: “Cercate di crearvi le condizioni, anche con l’utilizzo del Tfr, per costruirsi una previdenza complementare”.

L’ intervento del sottosegretario al Welfare Alberto Brambilla, ha messo l’accento invece sui buoni propositi del governo che non andrebbero a incidere su quanto già deciso: “Il ministro Tremonti ha detto che dal 2008 partirà un processo che arriverà al risultato del doppio canale di quarant’ anni di contributi o sessantacinque anni di anzianità, che del resto è il completamento della legge Dini”. Tutto per questo tranquillizzare i lavoratori (secondo le stime del sottosegretario sono 58mila a luglio 2003) che hanno fatto domanda di pensionamento.

Duro invece il responso dei sindacati. Si comincia da Morena Piccinini segretario confederale della Cgil: “La proposta secondo cui si potrà andare in pensione dal 2008 con il doppio canale, è un atto di coercizione che rischia di mettere in difficoltà milioni di dipendenti”. Dello stresso avviso Adriano Musi, numero due della Uil: “Dal governo giungono solo proposte irresponsabili che stanno causando una vera e propria fuga dal lavoro. Se il governo sceglie una strada diversa da quella indicata nel documento unitario Cgil Cisl e Uil, sceglie lo scontro sociale”. Anche Davide Velardi segretario generale Cisal Fialp, è poco fiducioso: “Ai nuovi assunti propongo di aderire alla previdenza complementare. La copertura pensionistica obbligatoria infatti sarà inferiore rispetto ai vecchi lavoratori. Attendersi migliorie è assurdo”.

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