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Una donna per amica...

print20 giugno 2013 10:17
Una donna per amica...
(AGR) Serena, Concita,Orsetta e le altre contro la violenza sulle donne di tutto il mondo>

Un cazzotto nello stomaco, con le parole, le testimonianze, la forza, l’ironia e la rabbia di tante donne, che si sono avvicendate ieri sera sul palco del Festival delle Letterature, alla Basilica di Massenzio, davanti ad una folla di donne giovani e meno giovani, ironiche e arrabbiate, belle e brutte, grasse e magre, con i tacchi egli abitini firmati, ma anche in jeans e infradito, tutte lì, in una bollente notte d’estate, insieme contro la violenza sulle donne, per una kermesse-spettacolo che dovrebbe essere trasmessa in tutte le televisioni, a reti unificate e portata nelle scuole di tutto il mondo, per educare e scongiurare il pericolo di altri femminicidi.

Ad aprire la serata di ieri sera, la responsabile del centro Dalia, il centro dedicato alle donne che subiscono violenza, che offre accoglienza e supporto alle donne nel loro percorso di fuga dalla violenza, per lo più domestica e familiare (consultorio di P.zza dei Condottieri, zona Pigneto, Tel.348/8680185). Quindi Laura Vassalli, Presidente del Telefono Rosa, ha raccontato la storia del centro che, nato dall’iniziativa di quattro donne, si compone oggi di novanta professioniste, tra avvocati, psicologhe, assistenti sociali, medici, psicoterapeute. Il direttore editoriale di Elliott edizioni, Marilù Oliva, ha poi presentato Nessuna Più, storie di femminicidi raccolte in un libro, la cui vendita aiuta Telefono Rosa.

Ma il clou della serata è arrivato con Serena Dandini, che con la lettura del racconto L’aveva detto a tutti (tratto dal suo libro Ferite a Morte) ha emozionato il pubblico presente, continuando poi con le testimonianze, purtroppo vere e per niente romanzate, contenute nel suo libro-denuncia. Altro cazzotto nello stomaco.

“La questione della violenza femminile non è solo un problema delle donne – spiega la Dandini– ma degli uomini. La questione riguarda tutti e non esiste longitudine, latitudine, razza, cultura, religione che ne sia esente. La violenza domestica e la violenza cosiddetta “di genere” è drammaticamente democratica per tutti i Paesi del pianeta. E allora dove sono gli uomini carismatici, i politici progressisti, gli intellettuali, i cantautori impegnati, i giornalisti illuminati,i maschi di potere e di successo in tutto ciò? Basterebbe che i sopra citati dedicassero alla violenza sulle donne la stessa passione che dedicano al calcio. E poi sarebbe ora di smetterla con i soliti luoghi comuni: “raptus di follia omicida”, scrivono spesso i giornali all’ennesimo fatto di cronaca nera che colpisce le donne. Non è vero quasi mai. Troppo spesso mariti, fratelli, fidanzati, padri, compagni assassini, quel delitto di mogli, sorelle, fidanzate, figlie e amanti l’avevano annunciato. Magari più e più volte. E non si pensi neanche che la violenza si nasconda sempre in famiglie socialmente più svantaggiate. Spesso questi criminali sono professionisti stimati, nonni amorevoli, padri di famiglie benestanti e in ottima posizione nella scala sociale. Cominciamo con l’ educare i giovanissimi, il bullismo può e deve essere combattuto con l’educazione al rispetto. Forse così tra venti e trenta anni nonleggeremo più di così tante donne ammazzate in nome di un amore che amore certo non è. Questa battaglia non può e non deve restare in mano soltanto alle donne!”.E un oceano di applausi la travolge.

Le fanno eco l’attrice Orsetta de Rossi che legge Dark Violet, la scrittrice e giornalista Concita de Gregorio, che racconta con sentimento e passione la storia di Dalia, una delle tante, troppe ragazzine di qualche paese dell’est che a dodici anni viene venduta dalla nonna e portata in Italia, violentata, fatta prostituire, umiliata, sfregiata, a cui vengono strappati i due neonati nati per sbaglio e finiti chissà dove e rispedita a casa ormai “vecchia”, all’età di 23 anni. Un altro dolorosissimo cazzotto nello stomaco.

E altri ne arrivano con la storia della scrittrice italo-iraniana FarianSabahi, con le struggenti poesie in lingua (tradotte sul maxischermo) della dolcissima poetessa siriana Maram Al-Masri, con le testimonianze dell’affascinante scrittrice afro americana TaiyeSelasi.

Materia incandescente la violenza sulle donne, troppo spesso trattata come semplice fatto di cronaca nera, senza volersi affacciare per paura, superficialità e vergogna su quella voragine oscura, traboccante di consuetudini, luoghi comuni, tradizioni, ignoranza e religioni che la scatenano. E ieri sera Serena, Concita, Laura, Farian, Orsetta, Maram, Marilù, Taiye e tutte le altre, ce l’hanno mostrata. Mentre la musica di quattro violiniste d’eccezione aggiungeva emozioni.

Manuela Minelli>

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