Il dramma dei desparecidos argentini raccontato in Lola Suarez
(AGR) Il sesto incontro della rassegna letteraria di scritture al femminile “Donne con la Penna” a Villa Guglielmi, Fiumicino, vede ospite domani la scrittrice toscana Simona Bertocchi che presenta il suo romanzo “Lola Suàrez” (Giovane Holden Edizioni).L’opera, seppure di fantasia, costituisce un documento sul periodo della dittatura militare degli anni Settanta a seguito del golpe del generale Videla,un romanzo che parte dall’Argentina degli anni ’70 e arriva in una Barcellona dei giorni nostri, riuscendo a trasmettere con passioneil dramma dei desaparecidos argentini. Come per esempio Matilde e Julio, quest’ultimo il fratello che Lola non ha mai conosciuto, uno delle migliaia di bambini sottratti ai genitori e affidati illegalmente a famiglie spesso conniventi o colluse con il regime. Il tutto dietro una facciata di ordine ed efficienza: «Buenos Aires era divisa in due mondi: la città che viveva e la città che moriva, la città che mostrava e la città che celava. Sotto le nuove costruzioni moderne, le vetrine ben allestite, i ristoranti all’aperto, i locali notturni scintillanti, si trascinavano le anime mutilate dei desaparecidos, i rumori delle catene pesanti che si portavano appresso erano celati dalla frenetica vita in superficie, dalla risata sguaiata della città».
La vicenda di Lola Suàrezè emozionante e cattura il lettore dall’inizio alla fine. La passione con cui l’autrice dà vita ai suoi personaggi è autentica e sanguigna, se non fosse che sappiamo che Simona Bertocchi è nata a Torino e vive a Montignoso, sulla riviera versiliana, saremmo portati a pensare che laLola del romanzo sia lei stessa.
L’Arte, le note di un tango sensuale e dolente, il rosso vivo del sangue e della passione, gli occhi combattivi e sofferenti delle madri di Plaza de Mayo, tutto questo e altro ancora, raccontato mirabilmente dalla penna della scrittrice toscana. Ma come mai tra tanti periodi storici e anche difficili Simona Bertocchi ha scelto di descrivere proprio quello del golpe argentino e del dramma dei desaparecidos?
“La drammatica sorte dei desaparecidos, le lotte delle indomite madri di Plaza del Mayo alla perenne ricerca dei loro figli, tutto quel periodo di dittatura in Argentina, mi hanno sempre affascinato – risponde Simona Bertocchi – Sono un’amante del tango argentino, che pratico con infinito divertimento. Di quella terra rossa di calore e di sangue amo tutto, ho sentito quasi il dovere di dare una voce, attraverso la ribelle Lola Suàrez, a chi della ricerca dei propri cari ne ha fatto lo scopo primario della propria vita”.Passionale, calda e dal cuore lacerato come quello della sua terra, Lola Suárez vive sulla propria pelle il dramma dei desaparecidos e della guerra sporca argentina degli anni Settanta. Costretta a fuggire fin dall’infanzia, approda finalmente a Barcellona, dove il padre Diego riesce faticosamente a ricostruire una famiglia ed Ernesto, giovane artista come lei, è il punto fermo dell’amore.
Sensuale, eccentrica e selvaggia pittrice, con il suo perenne e sensuale rossetto rosso fuoco, Lola balla scalza per il suo amante, ha la lingua tagliente e la lacrima facile, sfonda presto nel mercato dell’arte, ma le losche trame che muovono opere e ricchi acquirenti la costringeranno a scontrarsi ancora con la realtà, mettendo a dura prova la fermezza della passione. Il fil rouge di tutta la storia è la ricerca di Julio, il fratello desaparecido fin dalla nascita. Solo a caro prezzo l’affascinante detective Leonardo Sermonti porterà alla luce ciò che il clero e l’esercito argentino hanno abilmente celato. Ma il sangue grida giustizia, brucia nel ricordo di Matilde Gonzalés, madre coraggiosa e giornalista esemplare, che ha pagato con la vita il riscatto dell’Argentina.
Difficile non divorare questo libro che, come un tango impazzito, trascina il lettore nel forsennato fluire di vita e morte, in bilico sul filo tagliente dell’amore e della passione per l’arte. Colpi di scena, incursioni in un passato impossibile da dimenticare e sogni di felicità segneranno i tenaci passi di Lola, simbolo contemporaneo di una speranza che non può e non deve morire.
Manuela Minelli>