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Cecilia Sala al Festival della Lentezza di Parma: il coraggio che incontra la riflessione

Domenica 21 settembre, alla Sala Pizzetti del Paganini Congressi, la giornalista presenta I figli dell’odio in dialogo con Eugenio Cau. Ingresso gratuito su prenotazione

printDi :: 21 agosto 2025 09:58
Festival della Lentezza, presso la Sala Pizzetti del Paganini Congressi di Parma

Festival della Lentezza, presso la Sala Pizzetti del Paganini Congressi di Parma

(AGR) C’è un filo rosso che lega il coraggio del giornalismo alla riflessione sulla lentezza. Domenica 21 settembre 2025, alle ore 21, la giornalista Cecilia Sala sarà protagonista dell’evento di chiusura dell’undicesima edizione del Festival della Lentezza, presso la Sala Pizzetti del Paganini Congressi di Parma.
Accanto a lei, in dialogo, ci sarà Eugenio Cau de Il Post. L’ingresso è gratuito, con prenotazione obbligatoria a partire dal 21 agosto su Eventbrite (link su www.lentezza.org).

Cecilia Sala - Credit Stephanie Gengotti

Cecilia Sala - Credit Stephanie Gengotti

 
La serata sarà l’occasione per presentare “I figli dell’odio”, il nuovo libro di Cecilia Sala in uscita a settembre. Un’opera che attraversa i conflitti di Israele, Palestina e Iran, restituendo complessità a storie che spesso i notiziari riducono a titoli frettolosi.

Il direttore creativo del festival, Marco Boschini, sottolinea: «La sua capacità di fermarsi ad ascoltare, anche quando tutto intorno corre verso la superficialità, è un esempio di quella lentezza consapevole che vogliamo celebrare».

Cecilia Sala, che ha raccontato il mondo dai checkpoint di Hebron alle carceri iraniane, fino alle case bombardate in Ucraina, porterà a Parma il suo sguardo: un giornalismo che rifiuta la fretta e sceglie la verità come obiettivo, anche quando richiede tempo e profondità.

L’undicesima edizione del Festival ha scelto come simbolo il filo rosso della leggenda giapponese, che lega indissolubilmente le persone destinate a incontrarsi. Un’immagine potente che ritrova eco nel percorso di Cecilia Sala, testimone delle ferite del mondo e custode di storie che meritano di essere raccontate senza fretta.

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