"Antigone" dal 21 al 30 novembre al Teatro Vascello
Il regista Roberto Latini scrive: "È filosofia scesa intorno a noi, che ci cammina accanto, che ci chiede, che ci ascolta. È una delle prove del nostro essere umani, una di quelle poche che abbiamo scelto di portarci attraverso i secoli, per affermarci e riconoscerci"

Roberto Latini - Antigone_ph_Manuela_.Giusto
(AGR) Roberto Latini: "Antigone è nel destino del Teatro di ogni tempo.È uno dei modelli archetipici che ci accompagnano a prescindere dalla nostra storia, cultura, religione, visione.È filosofia scesa intorno a noi, che ci cammina accanto, che ci chiede, che ci ascolta. È una delle prove del nostro essere umani, una di quelle poche che abbiamo scelto di portarci attraverso i secoli, per affermarci e riconoscerci.Per consolarci, promettendo a noi stessi di averne cura.L’abbiamo evocata, immaginata, misurata al nostro poco. L’abbiamo trattenuta, pregata, liberata nel cuore.
L’abbiamo raccontata, ogni volta che abbiamo potuto.L’abbiamo riscritta con le parole nuove che abbiamo imparato vivendo, morendo nel quotidiano fallire, sapendo che ogni variazione è già Teatro.Come quando lo spettacolo incontra un altro palcoscenico oltre quello del debutto,la misura, l’accordo, la messa in voce di suoni e corpi, si conclamano dallo spazio successivo a quello della prima.Le parole sono in movimento, avanti e indietro e intorno al punto di percezione di quando siamo spettatori.Come quando lo spettacolo incontra un’altra platea oltre quella del debutto.
Oltre l’appartenenza, l’anagrafica, il genere, sono parole che vengono da noi stessi: le ascoltiamo nella nostra stessa voce: siamo Antigone e Creonte insieme, o lo siamo già stati più volte, di più in certe fasi della vita e meno in altre e viceversa o in alternanza.Le leggi devono regolare il vivere o la vita dovrebbe regolare le leggi che regolano la vita? Uno di fronte all’altro, a farsi carico di una ragione giusta, di una giustizia, o di un’altra giustizia, incontriamo noi di fronte a noi, a scegliere le domande da infilare nelle tasche del tempo, dell’età, della speranza; ad aspettare le risposte che il tempo, guardandoci, sceglierà di farci dire.
Penso a questo testo come a un soliloquio a più voci. Una confessione intima e segreta, nella verità vera, scomoda, incapace, parziale, che ci dice che la nostalgia del vivere è precedente a tutti noi, perché sappiamo da sempre che quel corpo insepolto siamo noi mentre siamo ancora vivi.Anche per questo, ho distribuito i ruoli in due modalità diverse e complementari. Alcuni personaggi corrispondono a se stessi, altri al proprio riflesso.Antigone e Creonte, come di fronte a uno specchio: chi è Antigone è il riflesso di Creonte e chi è Creonte è il riflesso di Antigone".
ANTIGONE
di Jean Anouilh
traduzione Andrea Rodighiero
personaggi e interpreti
Silvia Battaglio – ISMENE e IL MESSAGGERO
Ilaria Drago – EMONE e GUARDIE
Manuela Kustermann – LA NUTRICE e CORO
Roberto Latini - ANTIGONE
Francesca Mazza – CREONTE
scene Gregorio Zurla
costumi Gianluca Sbicca
musica e suono Gianluca Misiti
luci e direzione tecnica Max Mugnai
in collaborazione con Bàste Sartoria
regia Roberto Latini
produzione La Fabbrica dell'Attore teatro Vascello - Teatro di Roma teatro Nazionale
PRIMA NAZIONALE Anfiteatro Ostia Antica 18-19 luglio 2025
















