Liceo Anco Marzio: a scuola sì...ma non così
Lettera aperta della comunità scolastica dell'Anco Marzio lo storico liceo di Ostia che punta il dito su diverse criticità, soprattutto riguardo specifiche esigenze e relative prerogative dei ragazzi con disabilità. Ridateci...l'autonomia scolastica


liceo classico anco marzio
(AGR) Le direttive emanate alla vigilia di Natale dall’Ufficio Scolastico Regionale del Lazio in accordo con la Prefettura di Roma "scaricano sulla scuola l'incapacità strutturale da parte del Governo di programmare e realizzare una politica anticipatoria, peraltro disattendendo la logica e la forma della norma sull'autonomia scolastica". A denunciarlo, in una lettera appello "A Scuola Sì Ma Non Così", è la comunità scolastica dell'Anco Marzio, lo storico liceo di Ostia che raccoglie oltre 1.600 tra studenti, docenti e personale Ata.
Nel documento si punta il dito su diversi e complessi elementi di criticità, soprattutto riguardo specifiche esigenze e relative prerogative dei ragazzi con disabilità. In particolare, si legge nell'appello: "dato il prolungamento del tempo-scuola, oscillante fra le 8 e le 15.15, emerge la difficoltà relativa alla riorganizzazione interna delle famiglie, data la frequenza su cinque giorni di tutte le classi ma comprensiva del sabato: cambiamento sostenibile, ma non per tutti e non sempre senza pesanti conseguenze".
Per le famiglie degli alunni con disabilità grave un giorno infrasettimanale a casa "provocherebbe notevoli problemi organizzativi a genitori che lavorano e non avrebbero modo di occuparsene, né potrebbero usufruire di assistenti o parenti disponibili. La routine degli alunni con disabilità non è flessibile, non solo per le rigidità connesse a molte patologie, che richiedono, al contrario, stabilità, ripetizione, sicurezza, ma anche perché spesso il sabato, proprio perché libero da impegni scolastici, è dedicato alle terapie. Alcune famiglie potrebbero trovarsi costrette a non mandare a scuola i figli il sabato, con ulteriore riduzione dei diritti di questi ragazzi".
"Anche una sola famiglia in difficoltà, anche un solo ragazzo impossibilitato a frequentare e ad essere seguito, costituisce, nella nostra prospettiva, una lesione di quel diritto soggettivo all’istruzione che sembra essere la bandiera delle attuali direttive; un vero e proprio esempio di condotta discriminatoria. Alla luce di queste considerazioni, si chiede che siano revocati i provvedimenti in oggetto e che sia restituita alle scuole la propria autonomia nel predisporre un’organizzazione che garantisca il più possibile la presenza degli allievi, il diritto di tutti alla salute, all’istruzione e alla sicurezza, in base a soluzioni condivise dalle diverse componenti scolastiche".