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Comunità di sant'Egidio, dalla parte dei poveri e dei senzatetto, i volontari impegnati per ore in strada

Sul litorale romano il piano freddo del X Municipio assicura l'assistenza H24 a 15 persone ma a tutti gli altri devono pensare i volontari, le associazioni civiche, le parrocchie, sono circa 300, divisi in alloggi di fortuna, baracche, sotto i portici.

printDi :: 16 gennaio 2021 19:48
Comunità di sant'Egidio, dalla parte dei poveri e dei senzatetto, i volontari impegnati per  ore in strada

(AGR) Il piano freddo del X Municipio quest’anno potrà ospitare e dare assistenza a solo 15 (fortunati) senzatetto. E tutti gli altri che si continua a vedere in strada? Ci pensano i volontari, le persone di buona volontà, le parrocchie, le associazioni. Il pianeta dell’assistenza civica e del volontariato oggi è prioritario nel sostegno ai poveri ed ai senza fissa dimora, un impegno straordinario, fatto di ore ed ore in strada, al freddo, assieme ai clochard, ai poveri. Sul litorale romano i senza fissa dimora che in primavera-estate la Comunità di Sant’Egidio accudisce con pasti caldi tutte le sere, vestiti e coperte, sono più di cento. Facendo un breve calcolo scopriamo che se solo 15 possono accedere nella Vittorio Emanuele ne restano almeno 80 per strada, 80 “fantasmi” che, per scelta o impossibilità di pagarsi un alloggio sono finiti in strada. Stefano Natali organizza il giro serale della Comunità di Sant’Egidio ai senza fissa dimora, a quelli che hanno scelto di rimanere per strada. “Il problema principale è stato il covid 19. - afferma – la Caritas sul lungomare ospitava un centinaio di persone, ma in locali dove non si può far rispettare il distanziamento, da qui la decisione di chiudere ed inevitabilmente queste persone hanno cercato e stanno cercando ricoveri di fortuna, nei portoni, sotto i portici, in pineta dentro baracche di fortuna. Cerchiamo nuove sistemazioni possibili ma è difficile. E’ complicato spesso anche convincere i senza tetto a spostarsi”.

Non c’è un censimento dei senza fissa dimora nel X Municipio, ma saranno almeno 300 i “poveri” senza una casa, un esercito silenzioso che impone un’organizzazione capillare ed efficiente. “Noi continuiamo a raccogliere coperte e sacchi a pelo ed a distribuirli tutte le sere. - continua Natali – Tutti i giorni, almeno due volte al giorno, recapitiamo pasti caldi, latte e thè. E’ necessario un continuo ricambio di volontari e per fortuna, in questi ultimi mesi, forse una conseguenza della pandemia, abbiamo visto moltiplicarsi gli episodi di generosità, sono decine di persone che vengono da noi per aiutarci, per aiutare, per donare e davvero c’è tanto bisogno”.

 
La Comunità di sant’Egidio opera nel settore dell’assistenza degli anziani, dei senza fissa dimora, dei disabili, i volontari tengono anche corsi di italiano per i figli di immigrati, una vera e propria scuola parallela. L’impegno è cresciuto e si è allargato anche alle famiglie, alle persone che prima vivevano di espedienti e lavoretti e che oggi sono costretti a chiedere, ad andare a mangiare alle mense dei poveri, delle parrocchie. Una lista infinita del disagio. Con la Comunità di Sant’Egidio è impegnata in prima persona la Caritas, la Croce Rossa, decine di associazioni di Protezione Civile e tutte le parrocchie. “In questi giorni abbiamo distribuito pacchi-famiglia nella sede del lungomare Paolo Toscanelli 184, ma gli incontri proseguono nella sede storica di via Baffico 7. - continua Natali – I volontari sono un centinaio che a turno cercano di coprire tutti i servizi, non ce l’avremmo fatta, però, se almeno altre cento persone non si fossero avvicinate a noi e non avessero provato il “piacere di donare”. E’ una sensazione che ti porti dentro, che ti fa stare bene con te stesso. Quegli uomini in strada non saranno mai soli”.

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