Aggiornamento dall' Azienda Ospedaliera San Camillo‑Forlanini: Silvia Piancazzo esce dalla sedazione, cresce l’allarme per la sicurezza stradale
La 20enne coinvolta nell’incidente su via Cristoforo Colombo mostra segnali di recupero, mentre restano sospese le operazioni chirurgiche: sullo sfondo, la mancata prevenzione e i controlli carenti sulla mobilità.

dottor Emiliano Cingolani, direttore dell’unità “Shock e Trauma” Ospedale San Camillo
(AGR) ROMA – Un bollettino che porta un sospiro di sollievo, ma che lascia ancora molti interrogativi aperti. Al San Camillo‑Forlanini, la 20enne Silvia Piancazzo, coinvolta nel tragico incidente sulla via Via Cristoforo Colombo in cui ha perso la vita la sua amica Beatrice Bellucci, ha mostrato «progressi». Il bollettino medico ufficiale riferisce che «l’ulteriore miglioramento delle condizioni generali ha consentito la sospensione della sedazione e della ventilazione meccanica».
Il direttore dell’unità “Shock e Trauma”, il dottor Emiliano Cingolani, ha spiegato che Silvia è oggi «vigile e in grado di relazionarsi con i sanitari e i familiari». Tuttavia, il decorso chirurgico ortopedico dovrà attendere: «inizierà quando le sue condizioni lo permetteranno. Al momento rimane ricoverata in terapia intensiva e la prognosi resta riservata».
Il quadro che emerge è quello di una giovane donna che, pur gravemente ferita, è entrata in una fase più stabile: la sospensione della sedazione e della ventilazione meccanica indica che almeno la gestione critica delle vie aeree e della coscienza ha fatto passi avanti. È un segnale incoraggiante, ma non ancora sufficiente per considerare la fuoriuscita dal periodo acuto — la prognosi resta riservata. Qui risiede la grande incognita: quali saranno gli esiti neurologici, ortopedici e riabilitativi? Inoltre, l’intervento ortopedico futuro potrà richiedere tempi lunghi, complicazioni e un percorso di recupero strutturato.
Se da un lato la notizia del miglioramento fornisce uno spiraglio di speranza, dall’altro questo episodio riporta all’attenzione un tema che in molti ambienti urbani resta drammaticamente attuale: quello della sicurezza stradale e della mancanza di controlli efficaci. L’incidente – che ha visto una giovane vittima e una ferita grave – diventa specchio di un fenomeno più ampio:
Tra i giovani, la guida ad alta velocità, magari in contesti urbani, resta una delle cause primarie degli incidenti gravi.
Le verifiche sull’uso del veicolo, sulle condizioni delle infrastrutture, sull’efficacia dei controlli (telecamere, autovelox, pattugliamento) appaiono spesso insufficienti.
L’educazione alla guida, il rispetto delle regole, la cultura della responsabilità — specie tra minorenni o poco più che maggiorenni — non sempre vengono adeguatamente promossi.
La cronaca recente segnala che in alcune strade urbane ad alta percorrenza, traiettorie rischiose e velocità improprie sono ricorrenti. L’episodio di Silvia e Beatrice ne è l’ennesima tragica prova. Senza un’azione integrata – che comprenda severe misure di controllo, diffusione di cultura della sicurezza e interventi educativi nelle scuole e nei contesti giovanili – il rischio è che simili tragedie si ripetano.
Le autorità locali, le forze dell’ordine, le scuole e le associazioni civiche hanno davanti a sé due grandi sfide:
Migliorare i controlli: potenziamento dei dispositivi di rilevazione della velocità, maggior presenza sul territorio, analisi dei dati per identificare i punti neri.
Promuovere l’educazione stradale: non soltanto come corso formale, ma come cambio culturale. Parlare di rispetto delle regole, responsabilità verso sé e verso gli altri, consapevolezza del rischio – soprattutto tra i più giovani.
La giovane Silvia Piancazzo si trova ora in una fase decisiva: uscita dalla sedazione e in grado di comunicare, ma ancora in terapia intensiva con prognosi riservata. La speranza è che superi anche la fase chirurgica e possa avviarsi verso il recupero. Ma la vicenda non può restare solo una notizia medica: è anche un campanello d’allarme sulla sicurezza stradale e sulla mancanza, nel nostro tessuto urbano e sociale, di una prevenzione adeguata. Perché dietro ogni statistica c’è un volto, una vita spezzata, una famiglia. E oggi la comunità è chiamata a riflettere, intervenire, cambiare.
La morte di Beatrice ha scosso familiari e amici. Una fiaccolata è stata promossa per venerdì 31 ottobre in piazza dei Navigatori alle 18.30, per ricordarla e sensibilizzare contro la velocità e le gare clandestine.
















