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Spiagge, braccio di ferro sui bandi

print13 aprile 2012 18:17
(AGR) ( AGR )Si è svolto ieri mattina, presso il Ministero per gli Affari regionali e per il Turismo, l’incontro sulle concessioni demaniali tra i ministri Moavero e Gnudi, i parlamentari italiani interessati al tema e parlamentari europei.

I ministri hanno chiesto la collaborazione dei parlamentari per la fase di costruzione della legge delega, prevista nella Legge Comunitaria 2010, che affida al Ministro per gli Affari regionali il compito di produrre una normativa per il riordino del sistema delle concessioni in Italia all’interno delle norme europee. I ministri hanno mostrato piena consapevolezza dell’importanza del settore del turismo balneare in Italia e si sono detti pronti a scrivere una norma capace di valorizzare l’offerta turistico- balneare. Hanno altresì sostenuto che gli spazi di manovra stanno comunque dentro quanto previsto dalla legge Bolkestein, mettendo in rilievo l’impossibilitàdi cambiare la stessa. Nei loro interventi i deputati Pizzolante e Scandroglio hanno descritto il percorso sin qui realizzato con il ministro Fitto: proroga al 2015, respingimento di due procedure d’infrazione europea, legge delega al governo. Hanno altresì messo in evidenza i seguenti punti:

1. il turismo balneare in Italia è uno dei pochi settori capaci di contenere e reagire alla crisi. Ciò grazie anche al modello di offerta costruita dagli operatori basata su microimprese familiari;

2. la concessione è un bene pubblico ma su di essa vive un’impresa che ha fatto investimenti e creato valore commerciale. Le procedure per i nuovi affidamenti debbono, indiscutibilmente, valorizzare questa realtà;

3. il modello per l’attivazione del nuovo affidamento non può essere quello del bando. Non ci può essere un bando-day, un giorno in cui vengono rinnovate tutte le 30mila concessioni italiane, non solo perché è tecnicamente e amministrativamente impossibile (ad esempio, sarebbe problematico per le amministrazioni comunali della riviera di Rimini gestire contemporaneamente molte centinaia di bandi) ma anche perché è concettualmente sbagliato. Perché attiverebbe delle dinamiche di offerta e di mercato, capaci di stravolgere la peculiarità di un sistema che si regge sulla piccola impresa familiare (grandi investitori potrebbero acquisire chilometri di spiaggia). È più logico, invece, pensare ad un sistema di evidenza pubblica con il quale la selezione si attiva sulla singola concessione solo nel momento in cui per la stessa è in campo un’offerta con le caratteristiche previste dalla legge;

4. le griglie per la selezione delle offerte dell’evidenza pubblica debbono far riferimento alle deroghe previste dal comma 3 dell’articolo 12 della Bolkestein, dove si sostiene che gli Stati membri debbano tener conto, nello stabilire le regole della selezione, di considerazioni di salute pubblica, di obiettivi di politica sociale, della salute, della sicurezza dei lavoratori dipendenti e autonomi, della protezione dell’ambiente e del patrimonio e di altri motivi di interesse generale. In questo contesto i criteri di selezione devono tenere in considerazione, anche e soprattutto, gli investimenti fatti dagli operatori e i valori commerciali creati, affinché le imprese che vivono sul demanio possano avere ampi margini di sicurezza sulla possibilità, se in regola con le leggi nazionali e comunitarie, di continuare la propria attività.

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