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Legambiente, rapporto spiagge 2020

Lazio al 7° posto tra le regioni costiere in percentuale di spiagge concesse. Roma tra le dieci peggiori situazioni nazionali.Su 243 chilometri di litorale ci sono 3.217 concessioni di vario genere, tra queste sono 654 quelle per stabilimenti balneari

printDi :: 04 agosto 2020 18:43
Legambiente, rapporto spiagge 2020

(AGR) “Nel Lazio buona norma che obbliga i Comuni a lasciare libera almeno la metà della spiaggia, va fatta rispettare a Roma e dalle cinque amministrazioni con parametri fuori legge” Dopo il rapporto di Legambiente Lazio sulle concessioni demaniali nei 24 comuni costieri, è pubblicato oggi il Rapporto Spiagge 2020 nazionale di Legambiente: nel Lazio, su 243 chilometri di litorale sabbioso ci sono 3.217 concessioni di vario genere, tra queste sono 654 quelle per stabilimenti balneari e 105 per campeggi, circoli sportivi e complessi turistici. La percentuale di costa sabbiosa occupata da stabilimenti, circoli e campeggi è del 40,6% sul totale, metà classifica con il 7° posto per occupazione del litorale dietro a regioni meno virtuose tra le 15 costiere.

Dal rapporto emerge come sempre, tra le peggiori, la condizione del Lungomuro, così come dal 2007 Legambiente ha battezzato la situazione del Lido di Ostia (Roma) che è tra i 10 peggiori comuni d'Italia per la maggior occupazione di spiagge in concessione, con i suoi 13 km di costa, 61 stabilimenti e ben oltre il 50% di spiaggia occupata.

 
Il 50% è proprio la soglia che la legge regionale 8/2015, tra le migliori in Italia, impone a tutti i comuni. Oltre quella soglia nel Lazio ci sono 5 comuni “fuorilegge”: Roma (Ostia Lido) con il 51,19% di litorale concesso, San Felice Circeo (LT) al 50,26%, Terracina (LT) al 54,64%, Minturno (LT) al 55,11% e Sperlonga (LT) con il record negativo del 63,27%.

“Nel Lazio c'è una buona norma che obbliga i Comuni a lasciare libera almeno la metà della spiaggia, va fatta però rispettare a Roma e da tutti i cinque comuni oltre il limite di legge - commenta Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio - dove la libera fruizione del mare diventa una chimera di fronte a una costa invasa da stabilimenti. Nei cinque comuni fuorilegge si calpesta il diritto sacrosanto delle persone di andare in spiaggia senza dover pagare, i piani comunali di utilizzazione degli arenili sono lo strumento che dovrebbe far rientrare nella giusta proporzione le spiagge libere e quelle concesse, ma la situazione sembra essere immobile o peggiorare i più punti della costa”. Nel Lazio il 6,3% di costa sabbiosa non è balneabile per presenza di foci che scaricano reflui non depurati e nel rapporto, tra i casi peggiori “Spiaggia senza fare il Bagno”, si cita quello di Nettuno dove il torrente Loricina, il cui carico microbiologico di origine fecale viene denunciato da anni al passaggio di Goletta Verde, sfocia in mare all'altezza di Piazzale Giuseppe Impastato in una spiaggia piena di stabilimenti che proprio a causa di questo inquinamento, sono di tipo Elioterapico, come a dire “prendete il sole ma non bagnatevi”.

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