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Possanzini Sinistra Italiana del X Municipio non condivide l’impostazione della Commissione Ambiente sul PUA

printDi :: 23 gennaio 2020 23:31
lungomuro

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(AGR) Si continua a tentare di spacciare per Regolamento ciò che sostanzialmente è una variante al Piano Regolatore. Si fermi l’iter di approvazione e si apra una discussione pubblica.

Il Piano Utilizzazione degli Arenili, dopo un primo passaggio in Commissione Ambiente del Municipio X, è “atterrato” anche sul tavolo della Commissione Urbanistica del Comune di Roma Capitale che, fortunatamente, ha deciso di approfondire l’argomento aggiornando la Commissione stessa.

 
La prima anomalia, la più evidente, è relativa al fatto che si continua a parlare di qualcosa, il PUA appunto, spesso ignoto anche agli stessi Consiglieri Comunali e Municipali, che non è stato oggetto di alcuna forma partecipata e pubblica d discussione così come previsto dalla delibera 57 del 2006.

 La seconda anomalia è legata alla necessità di discutere il PUA in Campidoglio, nonostante il Municipio X abbia la delega sulla gestione degli arenili, prima che i passaggi nelle Commissioni Municipali e in Consiglio Municipale siano stati celebrati. C’è poi la domanda da un milione di dollari a cui nessuno ancora è riuscito a rispondere: ma il PUA è un Regolamento oppure è una variante al Piano Regolatore? Tutto questo va chiarito, e anche nei dettagli, perché si continua a definire Regolamento qualcosa che prevede come iter di approvazione lo stesso percorso previsto per le varianti al Piano Regolatore.

Ringraziamo la Consigliera Comunale Cristina Grancio per aver affrontato, durante i lavori della Commissione, anche questo specifico punto in quanto fino ad oggi non si è mai affrontato compiutamente questo importantissimo aspetto. E’ del tutto evidente che esistono zone d’ombra su cui va fatta piena luce. E’ inutile riempirsi la bocca sugli abbattimenti delle strutture abusive realizzate sul demanio marittimo quando, ad oggi, l’amministrazione in carica non è riuscita nemmeno a respingere tutte le domande di condono relative alle opere in muratura realizzate sul demanio marittimo.

 Esistono una marea di richieste di condono edilizio su demanio pubblico, richieste che hanno sulle spalle anni e anni di attesa e che dovrebbero essere respinte senza passare dal via in virtù della normativa vigente, che nei fatti impediscono di accertare gli abusi commessi e i responsabili degli abusi stessi.

In realtà non è il condono edilizio che interessa ma il fatto che quella richiesta di sanatoria mai evasa impedisce di accertare i fatti e quindi qualsiasi provvedimento finisce per arenarsi. Questo aspetto non è secondario anche rispetto al nuovo PUA perché si annunciano a parole le demolizioni mentre nella proposta di riordino non è contemplata alcuna demolizione.

 C’è poi il tema della così detta “passeggiata lineare”, la trovata creativa per dire che i cittadini avranno un sentiero virtuale sull’arenile dove poter passeggiare. Già oggi l’Ordinanza Balneare, il Codice della Navigazione così come le leggi vigenti consentono ai cittadini, “stabilimentari” permettendo, di passeggiare sulla spiaggia e quindi non c’è niente di rivoluzionario in qualcosa che è già un diritto.

Il problema, a cui nessuno risponde, è relativo ai controlli visto che questa porzione di arenile adibita al transito varia continuamente in forma e dimensione ed oltretutto non può essere perimetrata. Rimarrà quindi “virtuale” e sarà gestita a buon cuore dai Concessionari d’Ambito.

Un ringraziamento doveroso al Consigliere Comunale De Luca che, proprio durante i lavori della Commissione, ha messo efficacemente in evidenza, fra le tante questioni sul tappeto, le criticità della creativa “passeggiata lineare”.

Siamo invece sbalorditi dalle affermazioni del Consigliere Comunale Paolo Ferrara e della Presidente di Pillo in quanto il primo ha ammesso candidamente che tutte le spiagge, sia libere che in concessione, verranno affidate ai privati e la seconda perché non ha minimamente evidenziato la necessità di discutere pubblicamente la proposta di PUA.

 Il nostro timore, circostanziato dai fatti emersi anche durante i lavori della Commissione Urbanistica, è relativo al fatto che, non potendo concedere le proroghe delle concessioni in essere e prevedendo un iter lunghissimo per l’approvazione del PUA e quindi di indizione dei bandi pubblici, l’amministrazione chiederà delle deroghe agli enti di controllo al fine di prorogare di fatto le concessioni demaniali marittime in essere fino a data da destinarsi.

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