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Alitalia/Ita è scontro sul nuovo contratto, il Pd: inaccettabile il taglio delle retribuzioni proposto

Riccardo Corbucci e Leonardo Di Matteo, coordinatore della segreteria il primo e responsabile trasporti del PD di Roma: Ita deve invertire la rotta e costruire un percorso di dialogo e mediazione, in cui parti sociali e lavoratori siano tutelati e considerati.

printDi :: 22 settembre 2021 14:52
Alitalia/Ita è scontro sul nuovo contratto, il Pd: inaccettabile il taglio delle retribuzioni proposto

(AGR) “Nei giorni scorsi la trattativa tra Ita ed i sindacati si è interrotta bruscamente. Per decisione unilaterale del Presidente di Ita Altavilla”. Lo dichiarano in una nota stampa Riccardo Corbucci e Leonardo Di Matteo, rispettivamente coordinatore della segreteria e responsabile trasporti del PD di Roma.“Il tavolo è stato interrotto dall’annuncio di Altavilla di non voler applicare il CCNL, bensì un loro regolamento aziendale, che porterebbe ad una riduzione media delle retribuzioni che arriverebbe in alcuni casi a più del 40%, con pesanti penalizzazioni sulla normativa contrattuale.

Inoltre sarebbe molto grave se fosse vero che ieri mattina sarebbero iniziate le chiamate individuali ai lavoratori da parte di ITA. Dopo le sue dichiarazioni Altavilla ha lasciato il tavolo.Un comportamento questo che va interrotto con forza. Per tre motivi fondamentali: è inaccettabile che una compagnia statale al 100 per cento non possa e non debba applicare il contratto collettivo nazionale di riferimento, bensì i manager vogliono applicare un regolamento aziendale come contratto. Una ipotesi che inoltre potrà avere risvolti nell’ambito di futuri contratti di lavoro.In secondo luogo - proseguono Corbucci e Di Matteo - deve essere concessa la Cassa integrazione a tutto il personale Alitalia, in scadenza in questi giorni per tutta la durata del pano ITA, quattro anni, fino al 2025, perché dobbiamo permettere a tutto il personale di essere piano piano riassorbito nella nuova azienda.

 
Terzo, è importante che si fermino le chiamate ai lavoratori Alitalia, chiamate che giungono senza un preventivo accordo con le parti sociali, mettendo di fatto i lavoratori con le spalle al muro“Ita – concludono Corbucci e Di Matteo - è una società pubblica, con capitali pubblici e non può essere gestita in questo modo. Con queste modalità si mettono in discussione tutti i capisaldi delle tutele del lavoro, del dumping sociale, delle relazioni industriali e mai e poi mai si sarebbe immaginato che questa deriva venisse presa da un’azienda di Stato.

Il nostro partito non può far passare questo messaggio. Abbiamo l’obbligo morale, ancorché istituzionale, di chiedere con forza al governo ed oggi in commissione ai vertici di Ita, di invertire la rotta e costruire un percorso di dialogo e mediazione, che favorisca la partenza del vettore nazionale in un clima positivo, in cui parti sociali e lavoratori si possano sentire tutelati e considerati. È quanto mai necessario in questo momento, ricostituire pace sociale e ridare dignità ai lavoratori. Ita deve partire col piede giusto”.

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