Utilizziamo i cookie per abilitare e migliorare le funzionalita' del sito web, servire contenuti per voi piu' pertinenti, ed integrare i social media. E' possibile rivedere la nostra privacy policy cliccando qui e la nostra cookie policy cliccando qui. Se chiudi questo avviso, acconsenti all'utilizzo dei cookie. Per modificare le impostazioni dei cookies clicca qui

Giustizia, la protesta degli avvocati davanti ai Tribunali contro il caos udienze

In tutta Italia iniziative dei legali contro la ripartenza lenta delle attività giudiziarie. A Roma un flashmob in piazza Cavour sede della Cassazione con "riconsegna" del Codice Civile.

printDi :: 28 maggio 2020 20:30
Giustizia, la protesta degli avvocati davanti ai Tribunali contro il caos udienze

Giustizia, la protesta degli avvocati davanti ai Tribunali contro il caos udienze

(AGR) Cominciano a ripopolarsi i corridoi nei palazzi di giustizia e aule di tribunale, è la ripresa delle attività con Amministrazione e organizzazioni sindacali, a discutere di igiene e protocolli da rispettare (si veda la nota al link sotto ndr). Ma la macchina ancora stenta a mettersi in moto. O almeno è il parere degli avvocati che hanno deciso di portare all'esterno il malumore che serpeggia nella categoria. L'appuntamento, in tutta Italia, è davanti alle entrate dei tribunali. A Roma invece ci sarà un flashmob (rigorosamente con mascherine e distanziamento) in piazza Cavour, sede della Cassazione, a partire dalle 12.00. Promosso da un coordinamento di legali, in scena andrà "la riconsegna del Codice civile", strumento indispensabile di lavoro. Anche il Coa, l'Ordine degli avvocati di Roma (il più rappresentativo d'Italia con 26mila iscritti) ha aderito.

In un'intervista online, qualche giorno fa la presidente del Consiglio nazionale forense Maria Masi si è fatta portavoce di un malcontento che attraversa la professione parlando di «blocco non giustificato né giustificabile» delle attività che poi quotidianamente si manifesta con udienze con il contagocce. A spiegare bene la situazione tra via Teulada e via Lepanto è Roberto Nicodemi avvocato del foro di Roma e componente del Consiglio dell'Ordine di Roma: «Al giudice di pace si è stabilito di procedere, con un carico di lavoro di un'udienza ogni ora fino alle 16.00, per ogni giudice ma solo un giorno a settimana. E sono ammessi solamente gli avvocati, senza consulenti né le parti interessate. Naturalmente, per motivi di sicurezza, la procedura prevede la convocazione via Pec, senza la quale non è ammessa la presenza neanche del legale». Ciò che emerge, contestato più volte anche dagli stessi sindacati dei dipendenti delle cancellerie, è la mancanza di personale e la scarsa dotazione informatica. Il personale amministrativo in servizio (cioè il personale che deve inviare materialmente la Pec) non ha accesso da remoto ai registri con la conseguenza che gli adempimenti di cancelleria possono pertanto essere gestiti solo in presenza, con tanti saluti allo sbandierato smartworking. Stessa situazione allo sportello Unep (esecuzioni e notifiche). «Qui c'è una realtà - continua l'avvocato romano - che ha già accumulato un arretrato importante in una città come Roma e notifica solo atti urgenti con scadenza 12 giugno». 

 
Criticità si registrano anche alla prima sezione civile che si occupa di separazioni. La voce è dell'avvocato Giorgia Celletti componente del Consiglio ordine di Roma e tra i promotori del flashmob di Roma: «In questa sezione, è prevista la discussione dei casi per un massimo di sei al giorno per giudice, una volta alla settimana salvo urgenze (come stabilito dalle linee guida del 27 aprile e 18 maggio ndr). Ma una separazione - commenta il legale - denota già una realtà di disagio ed un evento traumatico per chi è coinvolto».

Insomma, mentre i cittadini attendono certezze e risposte nel diritto, i tempi della giustiza cadenzati dai Tribunali allontanano l'Italia dai livelli europei.

Approfondimenti

Partecipa anche tu affinche' l'informazione vera e trasparente sia un bene per tutti

 
 
x

ATTENZIONE