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Ostia, Franco Petrini (Sib): l'erosione avanza e mette in pericolo gli stabilimenti, le critiche al progetto della Regione sono ingiustificate

Petrini: condivido la loro ansia, il progetto era noto ed ora alzare un “polverone” non giova certo a nessuno. Dal canale dei Pescatori allo stabilimento “Venezia” sono circa due chilometri di spiaggia ridotti di un terzo ed il mare minaccia il lungomare

printDi :: 15 ottobre 2021 16:23
Ostia, Franco Petrini (Sib): l'erosione avanza e mette in pericolo gli stabilimenti, le critiche al progetto della Regione sono ingiustificate

(AGR) I lavori di ricostruzione degli arenili di Ostia sotto erosione sono finalmente iniziati, tutti d’accordo, un intervento richiesto da tempo e che oramai non è più rinviabile. La Regione nei giorni scorsi ha aperto i cantieri su due assi, la prima riguarda il litorale di Ostia levante a partire dal canale dei pescatori fino allo stabilimento Venezia, il secondo sulle spiagge di Ostia ponente da piazza Gasparri sino al porto. Il progetto prevede nello specifico la realizzazione di un pennello di roccia all’altezza della spiaggia libera SPQR (ex-ARCA) antistante piazzale Amerigo Vespucci. A Nuova Ostia, invece, i lavori riguarderebbero il dragaggio della sabbia al porto ed a fiumara, sabbia che poi dovrebbe essere riversata sugli arenili di Ostia ponente, da piazza Scipione l’Africano fino al porto turistico.

Il progetto non piace però ai pescatori della Cooperativa “Cavalluccio Marino” che hanno inviato una diffida alla Regione, nella quale si contesta l’intervento avviato dalla regione e sopratutto si ipotizza un possibile danno futuro per la pesca delle telline e lo spostarsi dell’erosione verso est, andando ad interessare tutti gli arenili di Ostia levante sino alla spiaggia della Presidenza della Repubblica. Il litorale romano, infatti è un tratto di costa ancora ricco di biodiversità, con una vegetazione costiera che si è conservata in larga parte e numerose comunità di pescatori che praticano ancora la piccola pesca costiera ed alcune tradizioni locali come la pesca della tellina.

 
La tellina (Donax trunculus L.) si trova comunemente sulle coste italiane ovunque ci siano fondali sabbiosi e nella zona che va da Passoscuro a Capo d’Anzio, parte della quale è compresa nella Riserva Naturale del Litorale Romano, la pesca è sempre stata abbondante e rinomata fin dai tempi dei romani. Anche in occasione dei precedenti interventi di ricostruzione dell’arenile di Ostia la pesca della tellina subì dei danni ed il mollusco sparì per qualche tempo dalla costa per poi ritornare…

Franco Petrini (Sib), concessionario dello stabilimento “Nuova Pineta” tra i più colpiti con la Vecchia Pineta ed il Kursaal dall’erosione replica: “Capisco la loro ansia – afferma – ma non condivido tanto allarme. Il progetto era noto da tempo, ed ora alzare un “polverone” non giova certo a nessuno. Dal canale dei Pescatori allo stabilimento “Venezia” sono circa due chilometri di spiaggia praticamente ridotti di un terzo. Quest’anno il mare è arrivato sino alla piscina della “Nuova Pineta”, durante l’inverno arriverà sino alla massicciata stradale del lungomare come già accaduto in passato.

Siamo sorpresi, evidentemente c’è qualcuno che vuole continuare a soffiare sul fuoco ed a montare una protesta ingiustificata nei suoi toni. Non sono un tecnico, ma quasi ogni giorno abbiamo ricevuto la visita degli studenti dell’Università del mare che accompagnati dai loro professori hanno esaminato il progetto e quanto si sta facendo. Sembrerebbe una polemica strumentale, accetto vedute diverse sul progetto, ma una cosa è certa, l’erosione sta avanzando e se non si trova la maniera di contenerla tra qualche anno la spiaggia di Ostia non esisterà più”.

Franco Petrini analizza la situazione ed aggiunge: “Andiamo incontro a dieci anni di blocco dell’attività di balneazione, od almeno in gran parte. Vedere il Kursaal, uno degli storici stabilimenti del litorale romano nelle attuali condizioni non fa bene….si può e si deve fare qualcosa per fermare il mare. Le precedenti esperienze in fatto di ripascimento hanno dimostrato che il semplice riporto di sabbia non è sufficiente a fermare l’erosione, dopo due anni si torna al punto di partenza e si rischia di buttare tanti soldi a mare”.

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danni Nuova Pineta

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