Infezioni in gravidanza, una rete per rafforzare screening e prevenzione
l Senato comunità scientifica, istituzioni, società civile, imprese insieme per “fare sistema” e potenziare le campagne di screening e prevenzione. Le infezioni materno-fetali infatti possono avere effetti a lungo termine sullo sviluppo dei neonati. Un neonato su 150 ogni anno è colpito da Citomegal


Convegno Torch al Senato
(AGR) “Con le nuove Linee Guida dell’ISS possiamo identificare precocemente le gestanti a rischio e intervenire con terapie adeguate. Monitorare lo stato sierologico dal concepimento fino alla metà della gravidanza è essenziale per proteggere il nascituro” spiega la Prof.ssa Tiziana Lazzarotto, Dir. Scientifico AMCLI
Le infezioni che si trasmettono dalla madre al feto durante la gravidanza, il parto o l’allattamento rappresentano ancora oggi una minaccia sottovalutata. Patologie come toxoplasmosi, rosolia, citomegalovirus e sifilide possono causare danni gravi al nascituro, come sordità, ritardi nello sviluppo e cecità. Sono le cosiddette TORCH o TORCHES, acronimo che sta per Toxoplasmosi, Oltre (sifilide, HIV, epatite B, varicella, parvovirus B19, ecc.), Rosolia, Citomegalovirus (CMV), Herpes simplex virus (HSV), Enterovirus e altri patogeni (ad es. Zika virus, streptococco gruppo B).
“La prevenzione è la soluzione a tante problematiche della Sanità - sottolinea il Sen. Guido Quintino Liris, Membro della 5ª Commissione, Bilancio – In un SSN che può avvalersi di tecnologie, di una medicina personalizzata e predittiva, di ricerca avanzata, la prevenzione e la diagnosi precoce rappresentano la chiave di volta della sostenibilità, in quanto permettono maggiori possibilità di guarigione da un lato e la tenuta dei conti pubblici dall’altro. L’ambito prenatale costituisce uno degli elementi più complessi ma anche rilevanti della prevenzione: un intervento durante la gravidanza può fare la differenza in termini di qualità di vita, sia per la donna sia per il nascituro. Screening e diagnosi permettono di preservare la salute in una delle fasi più emozionanti ma anche delicate della vita di una donna e del suo bambino. Inoltre, in un contesto in cui le nascite sono sempre meno, è fondamentale evitare complicazioni”.
DATI DI SIERO-PREVALENZA NEL 2025: LO STUDIO AMCLI IN ARRIVO SU EUROSURVEILLANCE -
Uno studio condotto dall’AMCLI – la cui pubblicazione è prevista nei prossimi mesi sulla rivista scientifica Eurosurveillance – documenta una diminuzione della siero-prevalenza (presenza di anticorpi nel sangue) di CMV e Toxoplasma gondii, confermando tendenze già osservate in altri Paesi europei. Sul campione rappresentativo di donne italiane in età fertile emergono questi valori: Toxoplasma gondii: 10%; Parvovirus B19: 64%; Treponema pallidum (sifilide): 1%; Virus della Rosolia: 86%; Citomegalovirus (CMV): 59%. Nelle donne straniere in età fertile in Italia, invece: Toxoplasma gondii: 22%; Parvovirus B19: 57%; Treponema pallidum: 1%; Virus della Rosolia: 86%; CMV: 93%.
Grazie all’obbligo vaccinale pediatrico e a coperture superiori al 95%, l’Italia è stata dichiarata “free” dalla circolazione endemica della rosolia a fine 2023. Resta cruciale lo screening in donne straniere provenienti da Paesi senza raccomandazioni vaccinali, per prevenire casi importati. L’attenzione maggiore si concentra dunque su Citomegalovirus e Toxoplasmosi.
UN’EMERGENZA SILENZIOSA: IL CASO DEL CITOMEGALOVIRUS (CMV) - In Italia, ogni anno si osservano circa 13mila infezioni primarie da Citomegalovirus nelle donne in gravidanza. Un neonato su 150 nasce con questa infezione. Anche se solo il 10–15% mostra sintomi alla nascita, fino a 1 su 4 può sviluppare gravi conseguenze nei primi anni di vita, come sordità o ritardi nello sviluppo neuropsicomotorio. Il CMV è riconosciuto come il virus più comune nel causare infezioni intrauterine ed è responsabile di circa il 10% di tutti i casi di paralisi cerebrale e dell'8-21% dei casi di disturbo neurosensoriale dell’udito alla nascita, percentuale che sale al 25% entro i primi quattro anni di vita. In generale, il 30-40% delle gestanti è suscettibile per CMV e può acquisire un’infezione primaria durante la gravidanza che rimane la causa principale di trasmissione del virus da madre a feto. Da dicembre 2023 lo screening sierologico materno per CMV in gravidanza è raccomandato dalle Linee Guida della Gravidanza Fisiologica e nel 2025 sarà inserito nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), la terapia antivirale per prevenire la trasmissione materno-fetale del virus è già gratuita dal 2020 grazie ad AIFA; ciononostante, permane la disomogeneità regionale nello screening neonatale.
“Il Citomegalovirus rappresenta la principale causa di infezione congenita nei Paesi ad alto reddito – spiega la Prof.ssa Tiziana Lazzarotto, Professoressa Ordinaria di Microbiologia e Microbiologia Clinica, Alma Mater Studiorum Università di Bologna, Direttore UOC di Microbiologia, IRCCS AOU di Bologna, Direttore Scientifico dell’Associazione Microbiologi Clinici Italiani (AMCLI) - Grazie alle nuove Linee Guida dell’ISS e al recepimento nei LEA, ora possiamo identificare precocemente le gestanti a rischio e intervenire tempestivamente con farmaci privi di effetti collaterali per madre e bambino. Monitorare lo stato sierologico dal concepimento fino alla metà della gravidanza è essenziale per proteggere il nascituro: il rischio neurologico è direttamente correlato all’epoca di infezione, specie nel primo trimestre”.
TOXOPLASMOSI IN GRAVIDANZA: UN RISCHIO ANCORA ELEVATO – La toxoplasmosi contratta durante la gravidanza come infezione primaria può provocare aborto spontaneo, idrocefalia, lesioni cerebrali (in particolare calcificazioni) e corioretinite, con esiti permanenti. I rischi giungono dal consumo di carni crude o poco cotte (30–63% dei casi), insaccati, contatto con feci di gatto, che è il reservoir naturale del Toxoplasma, terreno o acque contaminate. Lo screening è previsto dai LEA al primo controllo prenatale e poi ogni 4-6 settimane, se risultato negativo.
“Poiché oltre il 90% delle future mamme con toxoplasmosi sono asintomatiche, è cruciale conoscere già dall’inizio della gravidanza il loro stato sierologico: igiene delle mani, dieta corretta e farmaci mirati secondo prescrizione medica in caso di infezione fetale sono le armi migliori – sottolinea il Prof. Marcello Lanari, Professore Ordinario di Pediatria generale e specialistica, Alma Mater Studiorum Università di Bologna, Direttore UOC di Pediatria, IRCCS AOU di Bologna – È fondamentale che le donne conoscano il proprio stato sierologico per tutte le infezioni TORCH, già dall’inizio della gravidanza o meglio ancora quando la si pianifichi, al fine di adottare misure igienico-alimentari e terapie mirate per tutelare da subito il nascituro, in considerazione del fatto che il rischio maggiore di coinvolgimento fetale è nel primo e secondo trimestre. Lo screening, nei tempi opportuni per tutte le infezioni del gruppo TORCH, è strategico proprio per identificare e gestire al meglio e tempestivamente queste patologie con una possibile prognosi infausta”.
Nel corso del convegno al Senato “La complessità delle Infezioni materno-fetali e il ruolo cruciale della diagnostica nella gestione delle Infezioni TORCH”, realizzato su iniziativa del Sen. Guido Quintino Liris, Intergruppo parlamentare per la prevenzione e il controllo delle malattie infettive, moderato da Silvia Bencivelli, Giornalista medico-scientifica, sono intervenuti: il Sen. Francesco Zaffini, Presidente 10ª Commissione permanente (Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale); il Prof. Guido Rasi, Consigliere del Ministro della Salute, Prof. Rocco Bellantone, Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità; il Prof. Marcello Lanari, Professore Ordinario di Pediatria generale e specialistica – Alma Mater Studiorum Università di Bologna, Direttore UOC di Pediatria, IRCCS AOU di Bologna; il Dott. Eugenio Di Brino, Co-Founder & Partner ALTEMS Advisory - Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma; la Dott.ssa Elsa Viora, Presidente Eletto della Società Italiana di Ostetricia e Ginecologia (SIGO); la Prof.ssa Tiziana Lazzarotto, Professoressa Ordinaria di Microbiologia e Microbiologia Clinica - Alma Mater Studiorum Università di Bologna, Direttore UOC di Microbiologia, IRCCS AOU di Bologna, Direttore Scientifico dell’Associazione Microbiologi Clinici Italiani (AMCLI); il Prof. Americo Cicchetti, Direzione Generale della Programmazione sanitaria del Ministero della Salute, il Dott. Riccardo Palmisano, Past President e Membro del Consiglio di Presidenza Federchimica-Assobiotec, il Dott. Giorgio Ghignoni, Vicepresidente Corporate con delega agli affari scientifici Diasorin; la Prof.ssa Tiziana Lazzarotto, Professoressa Ordinaria di Microbiologia e Microbiologia Clinica - Alma Mater Studiorum Università di Bologna, Direttore UOC di Microbiologia, IRCCS AOU di Bologna, Direttore Scientifico dell’Associazione Microbiologi Clinici Italiani (AMCLI) e la Dott.ssa Francesca Moccia, Vicesegretario generale Cittadinanzattiva.